PROFESSIONISTI | 10/01/2014 | 08:56
L’anagrafe parla chiaro: nato ad Avola l’8 luglio del 1977, professionista dal 2000. Paolo Tiralongo, siciliano doc e bergamasco d’adozione, è l’uomo più esperto dell’Astana di Martinelli e Vinokourov.
«Sono il vecchio della squadra. Però vecchio uno ci si deve sentire, io non mi sento affatto così perché fare questo mestiere mi piace ancora tantissimo. E poi mi piace trasmettere a tanti ragazzi l’esperienza che ho accumulato in tutti questi anni. Alla fine ogni stagione devi sempre dimostrare chi sei, cosa vali, e quello che sai fare. Nessuno ti regala niente: arrivi a fine anno e tutto si azzera e devi ricominciare da capo; se non hai la testa e soprattutto la voglia di impegnarti e di trasmetterlo sui pedali, non c’è niente da fare».
E tu sei l’emblema di tutto questo: un inizio da gregario e poi con gli anni un ruolo sempre più importante al fianco dei capitani e anche alcune grandi soddisfazioni personali.
«Io dico sempre che non bisogna mai avere fretta. Se vuoi ottenere tutto e subito rischi di cadere: tanti sono caduti perché hanno voluto ottenere tutto e subito. Magari l’hanno anche ottenuto però non sono riusciti a mantenerlo, e allora non è servito a niente. Meglio fare le cose con calma, un passo alla volta, e alla fine se hai il motore, le capacità e le qualità per fare l’atleta, col tempo vengono fuori».
Cosa vuole l’Astana da Tiralongo per il 2014?
«Il team mi ha affidato il compito di stare vicino a Fabio Aru (i due abitano tra l’altro ad una manciata di chilometri uno dall’altro, ndr) un giovane che io vedo come il futuro sia italiano che del ciclismo mondiale: ha le qualità per poter diventare un grande, adesso deve soltanto avere un po’ di pazienza, sapere ascoltare i consigli delle persone che gli voglio bene e soprattutto conoscono il suo valore. L’obiettivo sarà il Giro: per me, per lui, per Scarponi, per la squadra. Non ci saranno grandissimi rivali come al Tour de France e possiamo giocarci anche la vittoria con Michele, possiamo vincere la maglia bianca con Fabio, e io sicuramente cercherò di firmare una vittoria di tappa. E’ questo il mio obiettivo personale del 2014, e l’altro obiettivo è fare bene ad una corsa che mi piace tantissimo che è il Giro di Catalogna».
Il Tour de France lo escludiamo?
«Io non escludo mai niente: in questo momento uno può dire faccio questo o quell’altro, ma è sempre la strada che decide. Cominciamo a fare il Giro e poi, se le forze mi assistono, potrei anche andare al Tour con Vincenzo: adesso non ci penso perché non voglio logorarmi la testa con due obiettivi, vedremo strada facendo».
Valerio Zeccato
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