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Nonostante il Tour del Ruanda sia iniziato senza problemi, la situazione al confine tra il Paese delle Mille Colline e il Congo continua ad essere seria. Nuove prese di posizione sono arrivate dal Parlamento Europeo che ha chiesto all’UE di sospendere immediatamente il memorandum d'intesa UE-Ruanda sulle catene del valore sostenibili per le materie prime finché il Ruanda non dimostrerà di aver posto fine alla sua ingerenza e di aver smesso di esportare minerali estratti dalle aree controllate dalla M23.
Lo scorso giovedì, il Parlamento Europeo ha quindi invitato l'Unione Europea a sospendere il partenariato per le materie prime con il Ruanda, perché sostiene la ribellione dell'M23 nella Repubblica Democratica del Congo orientale. Tra le varie richieste, c’è anche quella di cancellare i Mondiali di ciclismo che si svolgeranno a Kigali il prossimo settembre. In particolare in una nota dell'eurodeputata Hilde Vautmans si legge: «Il Parlamento chiede di congelare l'assistenza militare e di sicurezza alle forze armate ruandesi. Vogliamo il congelamento completo di tutti gli aiuti europei al Ruanda e l'annullamento dei Campionati Mondiali di ciclismo su strada previsti a settembre a Kigali».
La maggioranza a Bruxelles è stata forte e la mozione è stata votata con 443 voti a favore e 4 contrari, numeri questi, che non lasciano dubbi sulle intenzioni dell’Europa. La preoccupazione sta aumentando e al Parlamento Europeo si è parlato delle possibilità da parte del M23 di arrivare fino a Kigali, capitale del Ruanda.
Tornando alla questione sportiva, ieri il prologo del Tour del Ruanda è stato vinto da un corridore belga, Aldo Tailleu, che corre con la squadra di sviluppo della Lotto. Ma adesso, sono i genitori dei ragazzi impegnati nella corsa che chiedono di far rientrare i loro figli perché preoccupati per la situazione al confine con il Congo.
Il team della Lotto è arrivato a Kigali con 5 corridori, Mauro Cuylits (19 anni), Milan Donie (20), Kamiel Eeman (19 anni), Aldo Tailleu (19 anni) e Milan Menten (28 anni) e sono accompagnati dal responsabile della squadra Kurt Van de Wouver. «Sono andato in Ruanda l'anno scorso ed è stata un'esperienza molto positiva – ha dichiarato poiprio Kurt Van de Wouver – L’organizzazione era buona, il meteo e le strade erano buone. Le condizioni erano ideali e l'UCI ha detto che sarebbe stato sicuro per noi, quindi non c'era un valido motivo per non andare».
Queste dichiarazioni sono arrivate prima che il Ministero degli affari esteri del Belgio sconsigliasse i viaggi in Ruanda e ora i genitori dei ragazzi del team di sviluppo della Lotto vorrebbero che i loro figli tornassero a casa, evitando di avvicinarsi al confine con il Congo. In particolare le preoccupazioni arrivano da Jo Tailleu, il papà di Aldo che ieri ha vinto il prologo della corsa.
«Abbiamo fiducia nella squadra e nell'UCI, ma speriamo che non sia stata una scelta sbagliata» ha spiegato alla Gazzetta di Anversa Jo Tailleu. Nei giorni scorsi il Ruanda ha annunciato la sospensione della cooperazione allo sviluppo con il Belgio a causa della posizione di Bruxelles sul conflitto e questo sicuramente causerà delle ripercussioni su più fronti.
Per il momento i Mondiali di ciclismo restano in Ruanda, ma David Lappartient, presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, è già presente in Ruanda per il Tour del Ruanda e per l'inaugurazione della sede satellite del centro mondiale del ciclismo UCI. In quei giorni Lappartient analizzerà personalmente la situazione e le condizioni di sicurezza: confrontandondosi con i vari membri UCI e con i rappresentanti delle varie nazionali verrà stilato un report preciso sui possibili rischi e sui vari costi, che stanno portando molti Paesi a prevedere di andare in Ruanda con squadre ridotte.
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