![](/bundles/tuttobici/images/classiche_menu.jpg)
Rotto il ghiaccio alla Volta a la Comunitat Valenciana 2025, per Filippo Zana è cominciato il terzo anno tra le fila della Jayco AlUla. Il 2024 è stata la stagione dei “quasi”, visto che è andato vicinissimo alla Top 10 finale del Giro d’Italia e ha sfiorato la vittoria di tappa alla Vuelta a España. È mancato il successo, ma sono arrivate conferme importanti sul livello generale raggiunto dal vicentino. Elementi e spunti da cui ripartire per un ragazzo di 25 anni che ha ancora margini per crescere.
Filippo, è già tempo di ripartire…
«Già. Ho lavorato bene questo inverno, ho fatto quello che c’era da fare. Alla Valenciana la gamba non girava un granché, ma un po’ me l’aspettavo, anche perché gli obiettivi sono più avanti nella stagione e c’è tempo per crescere di condizione. Per caratteristiche non sono mai riuscito a partire forte, e anche quest’anno direi che va così».
Che anno sarà per te?
«Comincio il mio sesto anno da professionista, stagione dopo stagione il bagaglio di esperienza si allarga, ma l’obiettivo rimane sempre il solito, ovvero dare il massimo e riuscire a portare a casa una bella stagione».
Cosa ti ha lasciato il 2024?
«È stato un anno di apprendimento, mi sono lanciato in nuove sfide, ho provato a curare la classifica generale di un Grande Giro, ho portato a termine due Grandi Giri in un anno. Che vada bene o vada male guardo sempre il lato positivo e nel 2024 ho imparato tanto. Di certo non ho rimpianti».
Ti sei divertito di più al Giro o alla Vuelta?
«Il Giro è sempre il Giro, ho fatto questo esperimento di provare a curare la classifica generale, ma alla Vuelta mi sono divertito di più. Attaccare, provare a dire la mia in qualche tappa, è probabilmente un modo di vivere la corsa più congeniale alle mie caratteristiche. Nel 2025 l’idea è quella di vivere un Giro d’Italia più in stile Vuelta dell’anno scorso».
Ha fatto male perdere la Top 10 del Giro negli ultimissimi giorni?
«Ovviamente mi sarebbe piaciuto chiudere nei 10, ma nella terza settimana ho avuto un calo di forma che mi ha costretto a perdere tempo. È venuto fuori che avevo una mononucleosi, già cominciata nelle fasi finale del Giro, che mi sono trascinato poi per un po’ di settimane, senza mai riuscire a raggiungere quel picco di forma che avrei voluto. La Vuelta tutto sommato è andata anche bene, ma sono arrivato a fine anno veramente stanco, svuotato. Un pausa era necessaria, mi è servita a ricaricare le batterie».
Certo che la mononucleosi gira parecchio in gruppo…
«Sì, in effetti è abbastanza diffusa. Ovviamente ti debilita e non è piacevole conviverci. Però, dai, ora abbiamo recuperato e vediamo di pensare a questo 2025».
Dove ti vedremo in azione?
«Sarò al Trofeo Laigueglia, alla Strade Bianche, alla Tirreno-Adriatico, alla Milano-Sanremo e poi alle Classiche delle Ardenne prima del Giro d’Italia. Adesso andrò in ritiro sul Teide prima delle gare italiane. Il Laigueglia mi servirà per carburare, ma dalla Strade Bianche vorrei cominciare ad avere qualche risposta. L’anno scorso mi era piaciuta molto (chiuse 9°, ndr) e mi piacerebbe provare di nuovo ad essere protagonista».
E poi un Giro alla garibaldina, come piace a te.
«Esatto, l’idea è quella. Anche se avremo comunque Chris Harper e Luke Plapp che potrebbero testarsi in classifica generale, quindi bisognerà essere pronti a supportarli. Siamo una bella squadra, andremo in Albania con tante ambizioni».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.