E’ un romanzo popolare. E’ una saga familiare. E’ una guida sentimentale. E’ un film che comincia seppiato, cresce in bianco e nero e matura a colori. E’ un album fotografico. E’ un libro che sa di sangue sudore e lacrime, di gioie e dolori, di sorrisi e smorfie, di record e ricordi. Ma il titolo non rende giustizia all’opera. “Milano Sport System” pare uscito da una ricerca di marketing o da un bollettino di informatica, e non corrisponde a quei “luoghi, ritratti e storie di una lunga passione popolare”, come spiega il sottotitolo.
Gino Cervi e Sergio Giuntini gli autori (con i contributi di Claudio Arrigoni e Claudio Sanfilippo e quelli precedenti, nella edizione del 2012, di Silvano Calzini e Sergio Meda), About Cities la casa editrice, 448 le pagine, 34x25 il formato e 3 kg circa il peso, il prezzo di 49,90 – considerando la ricchezza dell’opera – ragionevole. Venti i capitoli: atletica leggera, baseball, basket, boxe, calcio, ciclismo, football americano, ghiaccio neve montagna, ginnastica, ippica, motori, pallavolo, parole e sport, rugby, scherma, le società polisportive, sport acquatici, sport paralimpici, sport e università, tennis. Altre pagine dedicate allo sport da strada. E un’introduzione (“Milano, lo sport e la macchina del tempo”) firmata da Cervi. Più foto, più grafici, più manifesti, più copertine, più di 300. Più la bibliografia.
Il ciclismo occupa le pagine da 164 a 199. Si racconta di Milano culla delle macchine a pedali, e poi delle corse qui battezzate, dalla Milano-Sanremo al Giro d’Italia, e poi di un luogo speciale, il Vigorelli, anche di un altro, il Palazzo dello Sport di piazza VI Febbraio, dove si tenevano le Sei Giorni, e allora ecco i ritratti di due giganti della pista, Antonio Maspes e Nando Terruzzi. Come nella struttura identica a tutti i capitoli, ci sono citazioni giornalistiche (Mario Fossati su Fausto Coppi, Gianni Brera su Walter Chiari e Camilla Cederna nel parterre della Sei Giorni), curiosità storiche (i Beatles al Vigorelli nel 1965), gratificazioni storiche (per il milanese Marino Vigna) e illustrazioni artistiche (il manifesto di Gino Boccasile per la Milano-Sanremo in pista al Vigorelli nel 1936).
Milano aveva il cuore in mano, e lo sport lo faceva battere forte. Brividi e fiatoni. Non c’è sport che a Milano non abbia vissuto giornate memorabili, ma anche giornate una via l’altra, giornate di vita quotidiana, giornate di vita comunitaria, giornate che davano appartenenza, solidarietà, anche solidità morale, perché lo sport è, per la sua stessa natura, etico. Molto ha dato, Milano, molto ha ricevuto, molto è cambiata, molto sta cambiando, anche adesso. Il grande romanzo popolare sembra ormai legato solo al calcio, Inter e Milan, il resto appartiene a clan e club, circoli e cenacoli, piccole società valorose che si reggono soltanto grazie alla volontà e al volontariato, alla tradizione e alla dedizione, di più, alla devozione, un impegno personale più che pubblico, un guinness dei privati più che dei primati. Scavando, si scoprirebbero ancora diamanti e gemme.
Il libro di Cervi e Giuntini illustra e suggerisce, rammenta e riesuma, buona base di ripartenza per approfondire storie cittadine e geografie metropolitane, mappe umane e architettoniche, grammatiche antiche che, altro che “system”, continuano a dare un senso a tutto questo correre, a tutto questo pedalare, a tutto questo placcare, individuando un traguardo, un canestro, una meta, e un modo faticoso ma onesto, leale, per tentare di arrivare.
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