Scalatori scavati. Attaccanti agili. Gregari grintosi. E tifosi caldi. Gitanti urlanti. Sostenitori patriottici. Maglie arancione, i corridori. E magliette arancione, i supporter. Una marea arancione che colorava i colli pirenaici e le montagne alpine, che scuoteva i gran premi delle salite fino ai gran piedi delle discese, che univa corridori e tifosi in un unico sconfinato popolo, quello del ciclismo. I baschi.
“Marea Laranja” (in spagnolo “Marea Naranja”, in italiano “Marea arancione”) è il titolo del documentario su quei meravigliosi anni dal 1994 al 2013 in cui la Euskaltel-Euskadi - maglia arancione, borraccia arancione, bandiere bianco-rossa-verde, corridori con cognomi ricchi di x z k u - scalava anche gli ordini di arrivo e le classifiche generali, si issava in cima alle graduatorie della montagna e della combattività, stabiliva primati per simpatia e allegria, numero decibel e tasso alcolico.
Dall’alba (a metà 1993, obiettivo “promuovere, sostenere, rendere popolare e sviluppare il ciclismo basco”) al tramonto (costi alle stelle e globalizzazione del mondo ciclistico), attraverso le testimonianze di manager (Miguel Madariaga) e direttori sportivi (Julian Gorospe), confezioniste di maglie e autori di scritte, giornalisti (Ander Izagirre) e soprattutto corridori (da Marino Lejarreta a Mikel Landa), si raccontano quei giorni di gloria e sofferenza, speranze e attese, pane salame e vino rosso, senso di appartenenza e spirito di gruppo, forze territoriali ed energie locali, orgoglio regionale e radici culturali. E allegria contagiosa. E lezioni di sportività: i tifosi baschi rimangono sulla strada fino al passaggio degli ultimi corridori, i più incitati (e forse anche i più spinti). Insomma, utopia che fa rima con realtà. E Philippe Gilbert che racconta di come i corridori sentissero salire, tornante dopo tornante, la temperatura umana. E Matxin che rivela come Tadej Pogacar, quando tracciano il programma delle corse dell’anno, spinga perché sia sempre inserito il Giro dei Paesi Baschi.
L’Euskaltel-Euaskadi (Euskaltel, lo sponsor, un operatore telefonico, che ha finanziato il documentario; Euskadi significa Paesi Baschi in basco) era una squadra universale. Un po’ come il Brasile nel calcio, come gli All Blacks nel rugby, come l’Ungheria nella pallanuoto. Magari non così blasonati né così leggendari né così forti. Ma a tutti sono entrati nel cuore. E molte vittorie prestigiose sono arrivate grazie ad Alvarez Gonzalez de Galdeano e Roberto Laiseka, Haimar Zubeldia e Iban Mayo, Samuel Sanchez e Mikel Astarloza, Igor Anton e Mikel Nieve. Sette volte al Giri d’Italia e tre vittorie di tappa, 13 volte al Tour de France e altre tre tappe, 19 volte alla Vuelta e 14 tappe. Non solo tracce e impronte, ma pagine e capitoli di storia.
Il documentario si può vedere sul sito web della tv basca: eitb/eus/es/nahieran/documentales/, quindi Marea Naranja. Noi vi proponiamo un trailer: https://www.eitb.eus/es/deportes/ciclismo/videos/detalle/9583836/marea-naranja-documental-sobre-euskalteleuskadi/
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