ORA È NECESSARIO PROCLAMARE UNO STATO DI CRISI NAZIONALE

TUTTOBICI | 01/10/2024 | 08:10
di Pier Augusto Stagi

Da Parigi a Zurigo, passando per Luoyang (mondiali pista juniores), abbiamo fatto una buona incetta di medaglie. Ma non è di questo che vi voglio parlare. La cosa che mi ha colpito ed è da un po’ che mi interrogo, sono le critiche che arrivano agli azzurri o presunte tali. Fateci caso: Ganna e Affini vincono l’argento e il bronzo e il nostro CT Marco Velo dice: «Hanno messo a tacere le critiche». Arriva il bronzo nel Team Mixed Relay e sempre il Ct azzurro afferma: «Qualcuno criticava la scelta della Realini, ma Gaia è stata super...».


Forse mi manca qualcosa, ed è probabile che abbia perso delle puntate, ma non capisco chi abbia mosso delle critiche ai nostri azzurri: che Dio ce li conservi! Sui giornali tradizionali che scrivono di ciclismo il minimo necessario, non mi sembra di aver letto mai nulla contro i nostri ragazzi. I siti specializzati come il nostro direi men che meno e chiedo scusa se qualcosa mi è sfuggito. I social? Beh, allora diciamolo: tanti appassionati ci hanno ricoperto di critiche. Oppure, c’è un sito, un giornalista, un giornale che è stato poco carino? Che si facciano i nomi e i cognomi. Non è bello buttare lì una cosa che francamente non mi sembra corrispondente al vero.


Marco Velo e chiunque altro hanno il sacrosanto diritto di lamentarsi di chi è poco rispettoso nei loro confronti e hanno tutto il diritto di adire a vie legali se si va sul terreno dell’offesa o della calunnia, ma sarebbe cosa buona e giusta dire apertamente chi ha mancato di rispetto muovendo delle critiche. Fare nome e cognome. In questo mondo molto social non è bello adeguarsi a chi genera le campagne del fango protetto dall’anonimato. Il nostro Ct Marco Velo fa bene a lamentarsi, ma è bene che dia le generalità, senza sparare nel mucchio. Sono da sempre contro i leoni da tastiera, ma non mi piace nemmeno essere impallinato gratuitamente e per interposta persona come un piccione.

URGE FARE QUALCOSA. Se si guardano le medaglie vinte e più che meritate, si resta abbagliati: e non è un bene. Nel senso che la luminescenza ci impedisce non solo di guardare ma di vedere ciò che ci sta accadendo attorno. Comprendere quello che va fatto e con urgenza.

L’Uci procede spedita con la sua riforma, con il suo piano che porterà nel breve per non dire nell’immediato all’esaltazione del meglio del meglio. L’asticella si alzerà ancora un po’. I team World Tour – tutti nessuno escluso – saranno chiamati a declinare il loro team maschile in femminile e il tutto sarà arricchito da team “Devo” (development, sviluppo), maschile e femminile. Forsanche per la categoria juniores. I costi lieviteranno a dismisura: per essere competitivi bisognerà spendere non meno di 30 milioni di euro annui. Chi spenderà meno, non toccherà nemmeno palla.

Diciotto team di World Tour e due che arrivano dalla seconda divisione (Professional) potranno partecipare a tutte le più importanti corse del calendario, le wild card dal 2026 saranno date solo a quei team che saranno tra le prime trenta nel ranking mondiale (fino a quest’anno erano le prime 50, nel 2025 le prime 40): il nostro ciclismo che è già al limite, rischia seriamente di scomparire. In senso assoluto. Le Continental possono anche chiuderla qui, i migliori elementi saranno dirottati dai nostri procuratori nelle “Devo” internazionali con i migliori juniores, le Professional dovranno rinforzarsi e non poco per restare nel gioco delle wild-card ma non sarà semplicissimo (ad oggi - classifica Uci aggiornata al 24 settembre – VF Group Bardiani Csf Faizané 28a, Polti 29a, Corratec 41a).

A questo si aggiunge il problema sicurezza: i prefetti e i sindaci renderanno sempre più difficile l’organizzazione delle corse, che per forza di cose dovranno essere sempre di più su circuiti brevi e protetti: poco impattanti. Le squadre come la Zalf Euromobil Fior chiudono i battenti e non sarà la sola. Scenario apocalittico? Beh, fate voi. Non mi sembra di esagerare.

Diciamo che siamo in una situazione parecchio complicata e non abbiamo ancora incominciato a ragionarci per provare a invertire la tendenza. Urge una riflessione: Federazione e Lega devono parlarsi. Occorre proclamare uno stato di crisi nazionale e prevedere soprattutto per gli organizzatori dei ristori, degli aiuti come per i terremotati e gli alluvionati. Il ciclismo italiano raccoglie ancora bellissime e preziose medaglie, ma urge fare qualcosa prima che non si debba a breve raccogliere i cocci.

Editioriale da tuttoBICI di Ottobre

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COMMENTI
Capitolo critiche
1 ottobre 2024 11:47 Bullet
Anche Ganna, che è il faro del nostro movimento non ci sono dubbi su questo, in tutte le interviste dopo ottime prestazioni non perde mai occasione di tirare in ballo le critiche come a togliersi i sassolini dalle scarpe e mi chiedo perché visto che dovrebbe essere solo contento. Qualche settimana prima del mondiale sicuramente era stato criticato da più di uno per aver saltato gli Europei e si diceva anche i mondiali e forse sono proprio quelle critiche che lo hanno spronato a prepararsi e partecipare ai mondiali. Ora io mio chiedo se a un campione come lui serva essere criticato per motivarsi anche se così male non hanno fatto visto com'è andata, piuttosto non dovrebbe rimarcarlo a ogni intervista, non ce n'è bisogno e non fa neanche una gran figura lui.

Belle le medaglie, ma ...
1 ottobre 2024 12:54 Stefazio
Le medaglie nelle crono, nella mixed-relay, nella pista fanno piacere senza dubbio, ma quello che manca agli sportivi italiani (e che fa scatenare le critiche) è l'assenza di vittorie nella disciplina sportiva di maggior prestigio: la strada maschile. Non me ne vogliano le ragazze (le seguo sempre con più passione ogni anno), i giovani under 23 e juniores, i cronoman ed i pistard, ma il ciclismo che scatena le fantasie sono i professionisti uomini e purtroppo lì, se la memoria non mi inganna, manca una vittoria World Tour dalla Roubaix di Colbrelli del 2021. Da lì mai più una vittoria, neanche alla Brugge-De Panne o alla Bemer Classic. Qualche tappa, ma mai una classifica generale vinta. Neanche ad un Polonia o un Guanxi Tour. 3 anni senza una vittoria WT, se non è stato di crisi questo ...

Ripartire
1 ottobre 2024 15:23 bove
Caro direttore sa da dove si può ripartire? Dal CICLOCROSS
Ci pensi bene

- lontano dai pericolo
- Migliora le abilità nella guida
- migliora la capacità di fare i cosiddetti fuori giri
-è relativamente semplice da organizzare. Non servono impianti come la pista e non è necessario bloccare il traffico
- ed infine televisivamente è perfetto.

Tocca però anche a voi media, proporre un prodotto appetibile

Cordialmente
Gianluca

Finn - Campione del Mondo
1 ottobre 2024 15:25 Rallentiamo
Finn ha vinto il Campionato del Mondo con la maglia della Nazionale, MA non corre per una squadra italiana.
Sono certo che il CT Dino Savoldi abbia contribuito a costruire la stagione di Finn, MA se i giovani talenti italiani, decidono di andare all’estero è perché in Italia non trovano la professionalità che invece trovano all’estero.
In Italia ci sono squadre Juniores, che hanno alla propria guida un Direttore Sportivo 1° livello (per intenderci per Giovanissimi)… ma dove vogliamo andare ????

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