Prosegue il nostro viaggio alla scoperta del percorso della Vuelta 2024.
Dopo il primo giorno di riposo “relativo”, con il lungo trasferimento dall’Andalusia alla Galizia, cambia anche lo scenario della Vuelta. Dall’estremo sud a nord-ovest della Spagna. Si passa dalla torrida dehesa, la prateria dove vengono allevati straordinaria tori da corrida, e dalle infinite colline coperte da olivi, alla verde e fresca (ma anche piovosa) terra che risente molto dell’influenza atlantica. Riprende anche il viaggio con Javier Minguez alla scoperta del secondo blocco di tappe di questa Vuelta.
Martedì 27 agosto, 10a tappa - Ponterareas-Baiona, 160 km. Javier, quando si parla di Galizia si pensa al mare, alle Rias, e ai loro straordinari frutti di mare. Invece si parte da questa cittadina famosa per la sua spiaggia da Frexa sul fiume Tea. Arrivo nella città dove nel marzo 1493 attraccò di ritorno dall’America. Una tappa che dal profilo altimetrico sembra molto complicata da gestire.
«Claudio il primo blocco di tappe è stata una cottura a fuoco lento dei corridori. La partenza è dalla città di Alvaro Pino che con me in ammiraglia vinse la Vuelta 1986. E’ una tappa complicata anche perché arriva dopo il viaggio. L’acqua, la pioggia, potrebbero giocare un ruolo molto importante. Non tutti potrebbero assimilare bene questo repentino cambio di clima. Poi c’è un gpm di 2a in partenza (Alto de Fonfria), un lungo tratto intermedio e il finale con tre gpm in sequenza: di 3a, 2a e 1a cat (Alto de Mougas). Non si sale mai tanto in alto, ma non c’ nemmeno un metro di pianura. Tappa davvero complicata, vedo un gruppetto che si gioca la vittoria di giornata».
Mercoledì 28 agosto, 11a tappa - Campus Tecnologico Cortizo (Padron)-Campus Tecnologico Cortizo (Padron), 166,5 km. Restiamo in Galizia, provincia di A Coruna, per una tappa alla De Marchi. Per molti Padron è il punto di partenza per l’ultima tappa del “Camino portoghese”. Venti km a nord-ovest c’è infatti Santiago de Compostela.
«Padron è la terra dei peperoni, quelli che vengono fritti. Uno è piccante, uno no. Ma questa è anche la tappa di un grande appassionato di ciclismo: Manuel ‘Nel’ Cortizo. Altra giornata molto ondulata, con due gpm di 3a e due di 2a cat. Altra occasione per gli uomini da fuga. Decisiva potrebbe risultare l’ultima salita, Puerto Cruxeiras, 2,9 km all’8,9% con vetta a 8 km dal traguardo».
Giovedì 29 agosto, 12a tappa - Ourense Termal- Estacion de montana de Manzaneda. Javier, stavolta si parte dalla zona delle “burgas”, le fonti termali calde di questa città sulla riva sinistra del Rio Mino per andare in montagna. Ourense è l’antica Auriense, la città fondata dai romani e così chiamata perché pare che nella sabbia del fiume ci fosse l’oro. Comunque un’altra tappa “gallega”.
«A Manzaneda vanno spesso in ritiro squadre di calcio della Liga. Tappa corta, con la prima parte nella Ribeira Sacra, tutta che tende a salire, esplosiva. Un solo gpm, che porta al traguardo: 15,4 al 4,7% senza punte durissime. Una salita da fare di forza e che farà segnare qualche differenza. Non escludo che sia una giornata da due corse, una per la vittoria di tappa, l’altra per la classifica. E’ una giornata dove i favoriti per la vittoria finale non si possono nascondere».
Venerdì 30 agosto, 13a tappa - Lugo-Puerto de Ancares, 176 km. Minguez, Ancares mi ricorda Contador. Qui nel 2014, in maglia Saxo, vinse la battaglia decisiva con Froome - che venne colpito anche da un oggetto lanciato da uno spettatore - e mise il sigillo per la vittoria finale quella volta a Santiago de Compostela. Però si arrivava al traguardo per un altro versante, quello asturiano, forse più duro.
«Hai ragione. E a Lugo si mangia bene, ma i corridori non potranno distrarsi. Il Campo de Arbre, di 3a, e l’Alto O Portel, di 2a, per formare la fuga. Il Puerto de Lumeras per scaldare la gamba ai big prima del duro traguardo sul Puerto de Ancares che verrà affrontato dal versante di Leon, inedita per la Vuelta. Sono 7,7 km al 9% con rampe al 15%. Gli ultimi 5 kmn sono durissimi con la pendenza media che arriva al 12%. È il primo vero arrivo duro, farà danni. I distacchi si vedranno».
Sabato 31 agosto, 14a tappa - Villafranca del Bierzo-Villablino, 200,5 km. Eccoci alla frazione più lunga di questa edizione, che solo per 500 metri supera i 200 km. Partiamo dalla zona del poco conosciuto ma ricco di natura Bierzo. Tappa tutta nella comunità di Castiglia y Leon. «Tappa che i corridori affronteranno con ancora nelle gambe le fatiche di Ancares. Prima parte pianeggiante, dura nel finale. Il Puerto de Leitariegos non ha grandi pendenze, però sono quasi molto regolari, tra il 4 ve il 5%».
Domenica 1° settembre, 15a tappa - Infiesto-Valgrande Pajares (Cuitu Negru), 143 km. Javier andiamo nelle Asturie per chiudere con una tappa dura il secondo blocco. A Infiesto qualche nocciola la voglio guastare. Siamo in una zona d’elezione. Molti invece conoscono questo pueblo per l’omonima serie Netflix. Il Cuitu Negru invece sarà affrontato per la seconda volta nella storia. Nel 2012 l’impresa di Dario Cataldo: tappa (regina) e maglia, ma non rossa dik leader della generale. Maglia azzurra conquistata per il mondiale di Valkenburg.
«La doppia scalata alla Colladiella (6,4 km all’8,2%, 1a cat.) farà accumulare fatica nelle gambe dei protagonisti. Il Cuitu Negru (18,9 km al 7,4%) fa paura già dal nome. I tratti più duro sono due: dal km 11 al 13, dove di arriva al Puerto di Pajares, e dal km 16 al traguardo dove ci sono rampe che arrivano al 23%».
Lunedì 2 settembre, 2° giorno di riposo. A Oviedo, la Vuelta si godrà il secondo giorno di riposo.
2 - continua
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