L'ORA DEL PASTO. OLIMPIADI, I RACCONTI ROMANI DI PIER PAOLO PASOLINI

STORIA | 06/08/2024 | 08:10
di Marco Pastonesi

Non figurava nella lista ufficiale dei giornalisti accreditati alle Olimpiadi di Roma 1960. Ma lo sport lo appassionava, dal calcio all’atletica, dal ciclismo alla boxe. E quando Maria Antonietta Macciocchi, direttrice di “Vie Nuove”, gli domandò, quasi senza speranza, se volesse scriverne per il suo settimanale, Pier Paolo Pasolini la sorprese e le rispose sì (per saperne di più: “Quando giocava Pasolini” di Valerio Piccioni, Limina, del 1996).


Il primo pezzo, pubblicato sul numero del 3 settembre, fu sulla cerimonia di apertura dei Giochi. Pasolini lo scrisse con onestà e senza retorica, con colpo d’occhio estetico e battiti di cuore sentimentali, una testimonianza che con il tempo conquista più valore: “A dire il vero, mi aspettavo, lungo i viali che portano allo stadio Olimpico, il caos delle partite di calcio, il solito calore delle domeniche calde, con la nota passione, vivace, convenzionale e plebea. Niente, invece: intorno a me camminava con calma, e quasi in silenzio, una folla del tutto nuova: i vestiti insieme più vivaci e modesti dei nostri, le facce e i corpi meno belli ma più sani, i sorrisi senza ironia e senza volgarità, ma anche un po’ senza vita. Erano quasi tutti stranieri: tra loro galleggiava la testa di qualche romano, sperduto, col sorriso un po’ spento tra le labbra, come appunto deve essere un romano all’estero, con il suo estro come fossilizzato e fatto cosciente, e perciò falso, vecchio. I gelatari gridavano ‘Ice cream!’”. Pasolini non fa sconti: “E la cerimonia comincia. L’inno di Mameli, l’arrivo di Gronchi. Questa cerimonia si divide in due parti, ben diverse e distinte: la prima bella, e in certi momenti commoventi; la seconda brutta, e addirittura quasi spiacevole”. La prima parte riguardava la sfilata delle delegazioni di atleti (“Bastava il nome del cartello che li precedeva, e le loro facce, quasi sempre umili, di gente modesta, spesso povera, perché l’intero loro mondo fosse evocato. Ed erano brani di storia contemporanea, vivi come brandelli di carne, sorprendenti e strazianti”); la seconda si riferiva all’intervento del ministro Andreotti (“Credo che sia difficile immaginare un discorso più retorico e provinciale del suo”).


Il secondo pezzo, pubblicato su “Vie Nuove” del 10 settembre, fu di ciclismo: il ritratto del nuovo campione olimpico nella prova su strada. Tutti si aspettavano che fosse un italiano, magari quel Luigi Trapé da Montefiascone già oro nel quartetto della cento chilometri, invece il vincitore era stato Viktor Kapitonov, Unione Sovietica. Il giorno dopo la gara – era il 31 agosto – Pasolini lo incontrò, a cena: “E’ un giovanotto secco, alto, caldo di energia fisica, timido. Le sue grandi mani ossute toccano con la grazia della goffaggine i piatti e i cibi del ristorante romano, e il suo sguardo è quello di un adolescente. Ogni volta che apre bocca mi pare che debba dire una frase friulana. Questa, del resto, è un’impressione che avevo sempre a Mosca, benché Mosca sia un’enorme capitale, e il Friuli, invece, sia tutto campagne e paesetti. Kapitonov mi pare un mio amico di quando stavo lassù: il biondo dei capelli è quello, e anche come sono pettinati, lisci alle tempie e gonfi al centro, di un ciuffo ordinato e allegro. Mi sembra assurdo che per parlare con lui mi debba servire un interprete”. E con l’interprete, Pasolini accompagnò Kapitonov nella Borgata Gordiani, sulla Prenestina: “Lontanissime, splendono le luci della Roma olimpica. Non dormono, no, alla borgata: se ne stanno, esclusi dalla città, come rintanati tra le loro casette”.

Per il terzo e ultimo pezzo Pasolini tornò all’Olimpico, stavolta per l’atletica, e scoprì “di essere un pessimo spettatore di gare atletiche”, confessò “so che questo può dispiacere”, precisò “pessimo spettatore di gare di atletica pura, quella ideale, quella per cui si fanno le Olimpiadi vere”, e si spiegò: “Mentre la corsa e il lancio erano nell’antichità dei fenomeni necessari anche fuori dallo sport, nella vita quotidiana, nella guerra, la loro purezza era relativa, e la loro bellezza si basava sulla necessità. Oggi, pian piano, nulla di ciò che è fisico è necessario, dato che tutto è stato sostituito dalla macchina: e lo sport è diventato lentamente, quanto a necessità, un puro fatto igienico: e sopravvive soltanto, direi, perché sfoga certi istinti aggressivi e competitivi, di predominio, che nell’uomo moderno non si sono ancora spenti”.

Proprio lì, all’Olimpico, in tribuna, Pasolini scorse Alberto Moravia e Elsa Morante: “Moravia, guardando l’enorme timballo di folla, come lui lo chiama, ammassato tra Monte Mario e il Tevere – visione a suo modo non priva di bellezza – mi diceva della piccolezza dello stadio di Olimpia, tra i monti brulli e deserti: non trovava parole per descrivere quella piccolezza”. Pasolini amava il paradosso e ribaltò il pensiero di Moravia: “Una cosa stupenda. Perfettamente umana. La vera grandezza è sempre unita alla piccolezza".

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Rapporto difficile
6 agosto 2024 10:11 maurop
Il rapporto tra intellettuali e sport in Italia e non solo è sempre stato difficile. Se ne parla per esempio in "Sport" pubblicato da Mursia un anno fa. Grazie a Marco Pastonesi per questo contributo che ce lo ricorda.

Scelta non casuale
6 agosto 2024 11:47 Bullet
Diciamo che se un fine pensatore come Pasolini preferì incontrare un ciclista, seppur di lingua straniera, fa capire quanto possa dare e trasmettere il ciclismo sempre più spesso messo in un angolo.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Trionfo e titolo tricolore per la Salus Seregno ai Campionati Italiani Giovanili di Ciclocross in svolgimento a Follonica nella Maremma Grossetana. Il quartetto composto da Michel Careri, Giovanni Bosio, Nicolò Maglietti e Sara Peruta hanno conquistato il successo nella specialità...


All'indomani dal trionfo di Koksjide, Mattia Agostinacchio sale ancora sul podio di una gara internazionale. Il valdostano della Fas Airport Services Guerciotti Premac si è infatti classificato al secondo posto a Gullegem, in Belgio, dove si è conclusa da poco...


Lucidna Brand colpisce ancora! Nuovo successo per la campionessa olandese della Baloise Glowi Lions che trionfa nel settimo round del Superprestige per donne elite che si è svolto a Gullegem, in Belgio. Brand ha preceduto di qualche metro la connazionale...


Dopo aver chiuso la stagione 2024 con tre successi nel Ciclocross (Sirone, Bulciago e il titolo lombardo a Sabbio Chiese), Daniele Longoni sfoggia la sua nuova divisa della Salus Seregno firmata dal maglificio Marcello Bergamo di Castano Primo. Spiccano i...


Lino Secchi rinuncia alla candidatura alla presenza federale. Con una lettera inviata ai delegati, il dirigente marchigiano annuncia che alla riapertura degli uffici federali ritirerà la propria candidatura: «... Abbiamo tutti rilevato l'alto numero di candidature per le cariche federali...


Sono state presentate ufficialmente ieri le formazioni e i programmi della Equipe Lotto per il 2025. A margine dell’evento organizzato nel quartier generale della squadra a Temse, il Team Manager Stéphane Heulot è stato intercettato dai nostri colleghi di RTBF...


I problemi fisici di Mathieu van der Poel non si sono ancora risolti e il campione iridato salterà anche la gara di Dendermonde. La comunicazione è arrivata direttamente dalla sua squadra, la Alpecin Deceuninck, che attraverso un comunicato stampa ha...


Nella lista dei desideri di Primoz Roglic c’è quello di diventare il corridore con il maggior numero di vittorie alla Vuelta di Spagna, ma il campione sloveno dovrà attendere ancora, perché gli sponsor della sua squadra hanno deciso di puntare...


Uno dei temi di attualità del momento in campo ciclistico è l’organizzazione delle gare alla luce della recente sentenza di condanna del presidente della società organizzatrice e del direttore di gara, in merito all’incidente che è costato la vita al...


Una porta che si spalanca quando oramai sembrava destinata a chiudersi, una opportunità inaspettata che si concretizza poco prima delle feste. Andrea Colnaghi continuerà la sua carriera anche nel 2025 e lo farà vestendo la maglia della formazione Continental ungherese...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024