PILLOLINE A PEDALI. IL GIRO VA NELLE TERRE DEL DIAVOLO ROSSO E POI A CACCIA DEL SUCCESSORE DI BAFFI

GIRO D'ITALIA | 06/05/2024 | 08:10
di Giuseppe Figini

È sempre il Piemonte alla ribalta esclusiva anche nella terza tappa del Giro 2024. È la prima che, per morfologia e altimetria, rientra nella sfera d’interesse delle ruote veloci del gruppo per proporsi in evidenza, ruote veloci che non mancano nel “cast” e dopo le due frazioni iniziali decisamente caratterizzate da un profilo mosso, molto mosso, con la classifica guidata da Tadej Pogacar, il grande favorito di tutti che ad Oropa ha ribadito le sue qualità di “super”.


§ Novara, è la sede di partenza. L’importante città, quasi al confine con la Lombardia, vanta una buona e varia storia ciclistica riassumibile nel nome di Giuseppe Saronni, qui nato ma poi cresciuto a Parabiago, in Lombardia la cui figura non ha certo bisogno d’ulteriori illustrazioni. Diversi, e di buon livello, sono altri nomi della provincia novarese, e fra questi spiccano Domenico Piemontesi, Pasquale Fornara, Giuseppe “Pippo” Fallarini – scomparso recentemente – e diversi altri. Nativo di Soriso (NO) era Celestino Vercelli, buon corridore poi imprenditore nel settore delle calzature per ciclismo trasferitosi nel biellese.


§ L’itinerario prospetta subito, in una piattissima pianura contrappuntata da risaie, l’entrata in provincia di Vercelli per Borgo Vercelli, il capoluogo Vercelli e Stroppiana, località che ricorda una grande e giovanile veterano dello sport quale Livio Berruti, prima di prospettarsi nella provincia di Alessandria, nella zona del Monferrato, per Casale Monferrato e caratteristici borghi monferrini per raggiungere Masio, piacevole borgo al limitare con la provincia di Asti, molto cara al presidente di RCS e del Torino Calcio, Urbano Cairo. La stessa Masio che nel 1865 ha dato i natali ad Eliso Rivera, fondatore assieme a Eugenio Camillo Costamagna della Gazzetta dello Sport nel 1896. La provincia di Alessandria è quel che definisce, una vera fucina di campioni e “campionissimi” di varie epoche localizzati soprattutto nella zona di Novi Ligure e Tortona, non interessate dal passaggio della corsa in quest’occasione. E i nomi sono tanti, tantissimi, di grande notorietà e indelebile ricordo da parte degli appassionati.

§ Pure la provincia astigiana annovera nomi storici. Sempre in continuità di pianura con rilievi collinari con curati filari di viti, si toccano Montegrosso d’Asti, Isola d’Asti. Dai tempi eroici spicca il nome di Giovanni Gerbi, il “diavolo rosso”. Asti e provincia sono titolari di varie realtà ciclistiche di buon rilievo. Segue quindi l’entrata in provincia di Cuneo dove, a Fossano, è posto il traguardo.

§ Si passa nel territorio di Alba, storica e nota località più volte frequentata dal ciclismo, poi Cinzano, nome che evoca e rappresenta un notissimo spumante, Pollenzo in posizione panoramica, Cherasco, storico centro già sede di tappe del Giro, Salmour e infine il traguardo di Fossano.

§ Città di lunga storia e diversificate attività ha già ospitato altre volte la corsa rosa. Nel 1993 si concluse qui la Sampeyre-Fossano con la vittoria, ovviamente in volata, di Adriano Baffi su Svorada e Baldato e Miguel Indurain in maglia rosa, oltre a partenze del Giro e altre gare rosa.

§ La provincia Granda ha una frequentazione assidua con la corsa rosa, soprattutto per propulsione del COL Cuneo dalla metà degli anni 1980 circa, poi ripresa in tempi più recenti da altri appassionati.

§ E Fossano attende oggi un successore, nella categoria “velocisti”, di Adriano Baffi.

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