Quando una fuga arriva al traguardo, per le squadre che non sono riuscite ad inserire un proprio uomo nell’attacco, è sempre un piccolo smacco. Soprattutto se in fuga ci sei quasi sempre e in brevi corse a tappe come il Tour of the Alps sai che le chances che un tentativo da lontano vada in porto sono veramente poche.
Proprio per questo motivo è stato inusuale vedere che nessuna Professional italiana è riuscita ad inserirsi nella fuga di tappa, nel giorno in cui un re degli attacchi da lontano come Alessandro De Marchi è riuscito ad arrivare fino in fondo.
«Per quanto ci riguarda, oggi doveva provarci Riccardo Lucca, gli avevamo detto di seguire a tutti i costi De Marchi, che ieri era uscito appositamente di classifica per provarci oggi e già all’inizio era molto attivo - ha detto Roberto Reverberi, general manager della VF Group-Bardiani CSF-Faizanè -. Purtroppo non ce l’ha fatta ed è un peccato. Gli altri corridori erano tutti troppo vicini in classifica per sperare di avere spazio, infatti tutti i fuggitivi erano a più di 8 minuti in generale. Alla Ineos andava bene così, altrimenti li avrebbero ripresi quando volevano. Oggi è andata bene ad altri, ma abbiamo altre tre occasioni e i ragazzi stanno bene, come conferma il fatto che oggi sono arrivati in 4 su 6 nel primo gruppo».
La Polti Kometa ieri aveva animato la tappa con il bell’attacco in coppia nel finale di Bais e Garosio, mentre oggi ha preferito rimanere coperta: «All’inizio ci abbiamo provato nuovamente con Mattia Bais per cercare qualche altro punto in ottica maglia rossa, ma i primi 30 km sono stati veramente tosti, controvento, e alla fine sono andati via corridori forti - aggiunge Stefano Zanatta -. Per tenere chiusa la corsa, poi, si sarebbero dovute spendere tante, troppe, energie. Ieri era girata molto bene per noi, con Garosio e Mattia che erano stati gli ultimi a mollare, oggi meno. Una tappa come quella odierna sarebbe stata molto adatta a Davide Bais, che però si è dovuto ritirare dopo le tantissime botte prese ieri. Ci siamo dovuti accontentare, abbiamo Piganzoli e Fabbro in classifica e abbiamo optato per proteggere loro, e Bais è sempre leader della classifica scalatori. E quando vince De Marchi, sinceramente, è sempre una buona giornata».
Chi invece in fuga era riuscita andarci è stata la JCL Team Ukyo, che ne aveva piazzati ben due, i giapponesi Yuma Koishi e Atsushi Oka, che però hanno dovuto alzare bandiera bianca strada facendo, rinunciando alla possibilità di portarsi a casa quantomeno un piazzamento. «Questa è una corsa davvero dura, ci scontriamo con gente che sta arrivando in piena forma per il Giro d’Italia - ammette il DS, Manuele Boaro -. Avevamo l’obiettivo di centrare la fuga, ce l’abbiamo fatta con due corridori, ma poi tra stanchezza e vento non siamo riusciti ad arrivare a giocarci la vittoria contro corridori forti. È una squadra giovane, in parte inesperta, quindi queste sono tutte esperienze che servono a crescere. Ai due ragazzi che sono andati in fuga non si può dire nulla, han fatto quello che avevamo chiesto, sapevamo che c’erano possibilità di andare all’arrivo e ci abbiamo provato. Siamo qui per fare delle fughe “intelligenti”, per metterci in mostra e aggiungere esperienze al nostro bagaglio. E comunque abbiamo Carboni e Pesenti che stanno molto bene dopo il Giro d’Abruzzo, quindi c’è ancora spazio per togliersi soddisfazioni».