La maggior parte delle persone pensa che per vincere la Milano-Sanremo sia indispensabile fare la differenza sulla salita del Poggio, ma Matej Mohoric, vincitore di questa Classica nel 2022, è l’autentica dimostrazione di come la discesa, sia in realtà il punto chiave della corsa.
Misura appena 3200 metri la discesa del Poggio, una distanza breve che può però regalare la vittoria della prima Classica Monumento della stagione.
Di solito il vincitore si decide in cima alla salita, oppure in quei due chilometri di pianura verso Via Roma, o altre volte si è visto il vincitore primeggiare al termine di una volata. Per Mohoric però la Sanremo si interpreta in un altro modo e dopo aver osservato bene gli avversari, puoi decidere di osare e di affrontare la discesa come un missile dalla traiettoria perfetta.
Per affrontare la discesa alla massima velocità e fare quindi la differenza sugli avversari non basta essere sicuri delle proprie capacità, ma forse bisogna avere anche una certa dose di follia, che ti porta inevitabilmente ad assumere qualche rischio in più.
«Se non hai una buona posizione sulla Cipressa o sul Poggio finisci per sprecare molte energie – ha spiegato Mohoric -: secondo me questa è la gara più complicata e tattica dell'anno e il suo risultato si decide in base alla posizione che hai in gara. Molto dipende dal corridore che si trova in prima posizione sul Poggio. Se sei è in prima posizione allora hai l’obbligo di attaccare in discesa. Se Mathieu Van der Poel è in testa in discesa e non vuole che nessuno lo sorpassi, questo non accadrà. Ma se ci sarà un corridore diverso, o qualcuno che non vuole prendersi dei rischi in discesa, allora hai la possibilità di fare la differenza se vai a tutta velocità».
Mohoric quando ha vinto la Milano-Sanremo, ha potuto contare sulla sua personale conoscenza di quella strada, perché abita non distante dal Poggio e per questo conosce ogni singola curva della discesa verso via Roma.
«Io abito vicino al Poggio, quindi ho fatto la discesa così spesso in allenamento che la so a memoria e non dovevo guardare il percorso sul ciclocomputer. Ma anche se non l’avessi conosciuta, per andare più veloce non avrei guardato il computerino, perché ogni volta che lo guardi perdi una frazione di secondo e questo influisce sulla tua coordinazione. Basta guardare i piloti di Formula 1, battono appena le palpebre. E guardare il computer della tua bicicletta richiede molto più tempo che sbattere le palpebre. È molto meglio conoscere la strada a memoria o fidarsi del proprio istinto e guardare il più lontano possibile».
Saper guidare bene la propria bici è fondamentale in corsa, ma farlo in modo preciso su una discesa è veramente una legge assoluta, se vuoi vincere una corsa come la Sanremo. Essere in grado di sterzare bene è una cosa, ma riuscire a frenare bene è un'altra e per questo anche la frenata è fondamentale in discesa, così come saper scegliere se sia meglio usare il freno anteriore o quello posteriore oppure entrambi. «Io li uso entrambi - ha continuato Mohoric - perché è il modo più veloce per rallentare. Il freno anteriore è molto più potente perché tutto il peso grava sulla ruota anteriore. Devi usare entrambi i freni in un certo rapporto in modo da poter frenare il più possibile. Ma non così tanto da iniziare a scivolare. Devi cercare di essere il più vicino possibile al limite senza scivolare, perché se scivoli non sei più efficiente. Se frenassi con la stessa forza sulle ruote anteriori e posteriori, sbanderei sicuramente».
Il corridore della Bahrain-Victorious sa quanto sia importante mantenere il controllo della propria bici, in particolare quando sei ad alta velocità. Quando Mohoric sferrò il suo attacco nella discesa del Poggio nel 2022, finì addirittura in una canalina vicino la strada, ma riuscì ugualmente a mantenere il proprio vantaggio e a tagliare per primo il traguardo. «Quello fu un incidente e certamente non mi ha aiutato. Se esci dalla strada, non puoi prendere bene una curva. In corsa devi sempre utilizzare quanto più asfalto possibile, ma solo la strada e non devi andare fuori. Se devi affrontare qualcosa, come su un canale di scolo sulla strada, allora hai sicuramente un problema».
Nella lista delle cose eccezionali di Matej Mohoric, c’è anche il famoso reggisella telescopico che utilizzò quando vinse la Milano-Sanremo. Grazie a quel reggisella così tecnologico, era possibile abbassare la sella in una frazione di secondo tramite un pulsante sul manubrio e ovviamente anche riportarlo alla sua altezza normale, in modo da controllare meglio la bici. «Quando l’ho usato nel 2022, è stato un vantaggio. Non era solo una questione di meccanica, ma era anche un vantaggio psicologico. Ovviamente l’effetto a sorpresa adesso è finito e adesso non impedirebbe agli altri di seguirmi».
Il reggisella per alcuni aspetti fu una sorta di asso nella manica, che lasciò sorpresi molti corridori, ma a rendere possibile quella vittoria era anche la forza che lo sloveno aveva ancora nelle gambe.
«Molto dipende da quante energie ti restano dopo aver scalato il Poggio, perché ti serviranno per scattare dopo ogni curva. Più sei stanco e al limite, più è difficile prendere le decisioni giuste e, ad esempio, avere la marcia giusta dopo una curva. Con le gambe piene di acido lattico e il cuore che batte in gola è più difficile tenere la bici e gli errori arrivano facilmente».
Quest’anno però avremo una corsa diversa e forse, l’attacco decisivo arriverà sulla Cipressa, o quanto meno quello sarà il punto di svolta della corsa. Se al Poggio ci sarà un solo uomo, allora la discesa finale sarà solo l’ultima diapositiva dell’album della vittoria.
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