Un recupero lento e un tunnel in fondo al quale brilla si una piccola luce ma senza lasciar capire quanto anche quel tunnel sia lungo. Taco van der Hoorn, caduto pesantemente durante il Giro delle Fiandre 2023, soffre ancora delle conseguenze della grave commozione cerebrale riportata quel giorno.
Il trentenne corridore olandese della Intermarché Wanty sta ancora seguendo un lungo periodo di riabilitazione, con progressi graduali ma talvolta rallentati da alcuni effetti legati proprio alla gravità della commozione cerebrale.
Seguito da vicino dallo staff medico del Team, completato dalle conoscenze di esperti internazionali, van der Hoorn non è ancora in grado di fare il suo ritorno nel gruppo. Tuttavia ha potuto raggiungere i suoi compagni di squadra, per la prima volta dopo la caduta, durante il ritiro collegiale ad Albir (Alicante, Spagna) nel mese di gennaio.
Lo specialista delle fughe, che non ha ancora recuperato tutte le sue capacità e non è ancora in grado di affrontare i pesanti carichi di lavoro degli allenamenti collettivi, ha potuto allenarsi in solitaria, eseguire alcuni lavori in compagnia dei direttori sportivi, partecipare ai feedback con partner tecnici e assistere alla presentazione ufficiale della squadra.
Mentre la data del suo ritorno alle competizioni rimane incerta e attentamente monitorata dal performance team di Intermarché-Wanty, van der Hoorn analizza con ottimismo i progressi degli ultimi mesi. «Sono stato molto felice di unirmi alla squadra per la prima volta dopo il mio incidente, di essere inseme allo staff e ai corridori nella loro preparazione per la stagione 2024, che purtroppo è iniziata senza di me. Negli ultimi due mesi ho alternato speranze e dubbi, con progressi a volte rapidi ma anche settimane durante le quali ho sofferto e sono stato costretto a riposare».
E ancora: «Ora posso fare attività fisica ogni giorno e brevi passeggiate in bicicletta con regolarità. Seguo scrupolosamente i consigli dei medici per favorire la mia guarigione. Per ora non abbiamo certezze sulla durata della mia indisponibilità, prima devo recuperare capacità fisiche sufficientemente stabili per aff rontare un carico di allenamento elevato. Questi punti interrogativi a volte causano frustrazione, ma cerco di concentrarmi sugli aspetti incoraggianti e sull’evoluzione positiva a lungo termine. Nel frattempo cerco di essere il più utile possibile alla squadra rimanendo a stretto contatto con i nostri partner tecnici».
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