Davide Cassani ha il pregio di essere raramente banale e di proporre riflessioni molto interessanti. Come questa che vi proponiamo, postata poco fa sul suo profilo facebook e dedicata a Sonny Colbrelli. Come una carezza...
Vorrei che queste righe che scrivo arrivassero a destinazione come una gentile e sentita carezza. Sto scrivendo di Sony Colbrelli. Un anno fa, esattamente il 12 settembre, vinceva il titolo di campione d’Europa. Quella vittoria mi aprì il cuore e mi regalò una giornata assolutamente indimenticabile.
Poi arrivò quella maschera di fango che Sonny portò fino al traguardo in una memorabile Parigi Roubaix. È improprio parlare di maschera di fango perché Sonny era completamente coperto dalla palta, questo a dimostrazione che vinse una meravigliosa Roubaix, lottando contro le difficoltà del percorso, il pavè ma soprattutto il maltempo: pioggia, fango e vento per tutta la corsa.
Tra l’altro io so che Sonny ha un carattere mite, dolce, buono. Per questo ancora di più rimasi meravigliato da questa sua capacità di combattere, contro avversari importanti e contro le più proibitive condizioni del tempo. In realtà la Parigi Roubaix ci ha regalato un Sonny diverso, indimenticabile, vincente.
Ora Sonny, non può correre, sappiamo tutti cosa è successo ma so che sta bene ed è la cosa più importante. Sonny è davvero un ragazzo d’oro, ho conosciuto poche persone con quella bontà d’animo e quindi la sua presenza nel mondo dello sport non è stata soltanto di grande valore agonistico ma ancor di più di grande valore umano.
È stato il mio primo (2014) e ultimo (2021) capitano in nazionale e darei chissà cosa per rivederlo con un numero attaccato sulla schiena. Comunque vada le sue imprese sono scolpite nella memoria e hanno il sapore dell’eternità.