Arrangiarsi è un’arte. Ma qualche dritta non farebbe mai male. Anche in bici. Anche con la bici. Anche per la bici. Anche sulla bici. Capire di che cosa è fatta e come è fatta, come funziona e perché non funziona, dove metterci le mani per non mettersele fra i capelli, tra momenti di depressione, scene di disperazione e crisi di panico.
Mario Ginevro, appassionato praticante di ciclismo, insegnante di triathlon, tra i fondatori di un’associazione sportiva – si chiama Greentoso, nome che la dice lunga sulla natura e sullo spirito dell’iniziativa -, ha scritto “Senza rotelle” (Scritturapura, 96 pagine, 10 euro), un piccolo manuale illustrato (dallo stesso autore) della bici, che “non ha la pretesa di essere una dispensa esaustiva”, ma prova a dare “le informazioni essenziali”. E magari di trasmettere anche un po’ di curiosità, voglia, passione, perfino desiderio di migliorarsi.
Il tono è leggero: “Telaio: è lo scheletro della bici”, “Ruote: sono le gambe della bici”, “Trasmissione: la definirei la circolazione sanguigna”, “Manubrio: è il sistema nervoso centrale”. C’è un po’ di storia: “Il chirurgo e veterinario John Boy Dunlop notò col suo occhio clinico come il poverino sussultasse su quelle tre ruotine piene”, “quella visione scosse il suo amore paterno e venne folgorato da una geniale intuizione: fasciare le ruote con un tubo pieno d’aria che facesse da cuscinetto ammortizzatore”. E c’è anche un po’ di scienza: “Esistono ruote (cerchioni) di diversi diametri, per adulti i principali sono 26, 27.5 e 28 o 29 pollici (1 pollice = 2,54 cm). Un diametro maggiore conferisce più comfort e scorrevolezza a sfavore di reattività nelle ripartenze e nei cambi di direzione”.
Ginevro azzarda ipotesi: “Qui a fronte c’è il ritratto della mia bici ‘eroica’. I citati Coppi e Bartali pedalavano su bici come questa e, pur non sapendolo, erano dei pionieri del gravel. Volenti o nolenti se la facevano andare bene su ogni terreno, previa scorta di palmer a tracolla”. Propone tesi: “E’ curioso come oggi le bici propedeutiche per i bambini siano senza pedali (e senza rotelle!!!) proprio come la draisina”. Addirittura gioca: “Di che bici sei?”, ovvero “la fisionomia della tua anima gemella a due ruote (anche se nel tempo potrai diventare ‘poligamo’)”. Elenca comandamenti: “Divertiti, cerca di empatizzare con te stesso, con il gruppo (se non sei solo), con l’ambiente attorno a te”. Regala regole: “Fermati quando hai fame, sete, qualunque necessità: questa libertà, questo viaggiare senza tempo è la parte più bella, la parte che costituisce la magia dell’avvenutra che stai vivendo”. Forse è la formula della felicità: “Respira”, “guarda l’orizzonte”, “ascolta il caldo e il freddo sulla pelle; riempi gli occhi dei colori e della luce”, “saluta gli animali”, “scambia energie con gli altri viaggiatori”, “cogli ogni cosa come un’opportunità”. Pronti? Via.
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