Tutto è pronto per il Giro del Delfinato e Wout van Aert, che al Tour de France punta alla maglia verde del Tour de France, vuol correre per vincere.
«Il Delfinato è senza dubbio una corsa di avvicinamento al Tour. Ma ovviamente vengo per fare bene e per allineare i meccanismi del Tour – ha detto il belga durante un incontro con la stampa dalla Sierra Nevada prima di arrivare in Francia -. Mi butterò nella mischia anche nelle tappe più difficili, mentre alla Parigi-Nizza ero stato più in disparte ad eccezione dell'ultima frazione».
La Jumbo-Visma non ha brillato come avrebbe oluto nella prima parte della stagione: oltre al Covid di Van Aert, il team olandese ha dovuto fare i conti con importanti corridori rimasti fermi per infortuni. Tutta la squadra ora pensa al Tour, dove sarà imperniata du Primoz Roglic e Wout Van Aert e Roglic quindi il Delfinato servirà per sistemare gli ultimi dettagli strategici.
«Al Tour avrò sicuramente del supporto in gara. Ci saranno uomini che avranno un doppio ruolo: aiutare me negli sprint e tenere Jonas e Primoz fuori dai guai». Van Aert è certo che quest’anno la maglia verde sarà veramente alla sua portata e anche se non sarà facile, ha studiato bene il percorso per non lasciarsi sorprendere dagli avversari.
«Negli ultimi anni sono arrivato già due volte tra i primi cinque della classifica a punti, senza averci mai puntato seriamente. Quindi penso che potrà essere un obiettivo realistico, anche se la squadra sarà più concentrata sulla classifica generale».
Van Aert non è un velocista puro ed è logico pensare che andrà a caccia di vittorie nelle tappe con percorso da Classica, ma per vincere la maglia verde sarà costretto a partecipare anche agli sprint per guadagnare punti utili per la classifica.
«Ovviamente un percorso difficile sarà a mio vantaggio, perché in quel tipo di tappa i velocisti puri si staccheranno. Ma resta il fatto che il sistema della classifica a punti favorisce i velocisti. Facendo un esempio, se vincessi tre tappe con un tracciato di media difficoltà, nella classifica per la maglia verde non otterrei molto di più di velocista puro che vince uno sprint di gruppo. Per tanto, se voglio raggiungere il mio obiettivo dovrò essere davanti anche in quelle tappe pianeggianti dove la vittoria si deciderà con una volata».
Van Aert e la sua Jumbo-Visma hanno studiato tutto e anche se ogni corsa al Tour nasconde delle insidie, loro sono certi di essere preparati a qualunque scenario.
«Sia io che la squadra abbiamo già calcolato in quali tappe potrei vincere e dove guadagnare punti. L’unica differenza rispetto agli altri anni è che adesso dovrò partecipare agli sprint intermedi».
La maglia verde è l’obiettivo, ma un corridore come Van Aert può puntare anche alla maglia gialla della corsa, sia con la tappa a cronometro in apertura che con quella dei presumibili ventagli nella seconda frazione.
«Nella prima settimana voglio prendere più punti possibile ed essere davanti in tutte quelle tappe in cui il percorso sarà adatto alle mie caratteristiche. Le prime due tappe in linea sono davvero piatte e anche quelle saranno super caotiche. Conosco un po' la zona perché ho fatto il Giro di Danimarca e conosco il Great Belt Bridge. Il vento sarà tanto quando passeremo in quel punto e sarà un'opportunità per il nostro team».
La seconda frazione della corsa gialla sarà caratterizzata infatti da un ponte lungo diciotto chilometri, con vento che arriverà lateralmente e solo le squadre abili nel fare i ventagli potranno giocarsi la vittoria. «Ci sarà la cronometro iniziale, dove i favoriti saranno diversi e poi la seconda frazione che potrebbe far saltare il banco. Penso che come team siamo ben preparati e che nella prima settimana quasi tutte le tappe saranno adatte a noi».
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