Tra i campioni più attesi di questo Giro d’Italia c’è anche Mathieu van der Poel: non per la vittoria finale a Verona, ma per conquistare la prima maglia rosa della corsa e chissà, forse anche arrivare alla fine con la maglia della classifica a punti. Prima di arrivare in Ungheria l’olandese della Alpecin-Fenix era un po’ più ottimista, ma dopo aver visionato il percorso della prima tappa qualche preoccupazione è apparsa nella sua mente.
«Ho fatto una ricognizione del percorso della prima tappa, in particolare la parte finale – ha spiegato Van der Poel –: l’arrivo, non sarà sicuramente facile. Sarà un po' come la tappa di apertura del Tour dell'anno scorso e allora per me le cose sono andate storte. Non so se arriveranno tutti i velocisti, resta da vedere chi ci sarà. Sarà senza dubbio un'esperienza importante per me. Non sarà facile conquistare la maglia rosa ma ci proverò».
La tappa con partenza da Budapest e arrivo a Visegrád termina con una salita di 5,5 chilometri con una pendenza di poco superiore al quattro per cento, un arrivo sulla carta più adatto a uomini da classiche che velocisti puri. Van der Poel è il favorito numero uno e ha spiegato di essere venuto in Italia con obiettivi precisi. «Per me questo Giro d'Italia non è una preparazione al Tour de France. Ho i miei obiettivi qui e non vedo l'ora di raggiungerli. Sarà comunque una bella esperienza. Ho sempre trovato il Giro una delle più belle gare dell'anno, anche se non l'ho mai corso. Il fatto è che sono un fan dell'Italia. Ho visto vincere Dumoulin in televisione cinque anni fa e mi è piaciuto molto».
Il campione olandese non trascura nemmeno la crono della seconda giornata. «Questa settimana ho fatto un allenamento con la bici da crono ed è andato bene. L'anno scorso al Tour sono andato forte nella tappa a cronometro, non ho avuto bisogno di lavorare sulla posizione».
Qualcuno pensa che Van der Poel questo Giro potrebbe decidere di non finirlo, ma il capitano dell’Alpecin-Fenix è stato chiaro: «Personalmente di co che voglio finire questo Giro d'Italia, ma devo anche aspettare e vedere come reagisce il mio corpo. Ci sono una serie di punti interrogativi al riguardo. Ad esempio come starò nella terza settimana di corsa e poi bisognerà capire come affronterò le montagne, un territorio per me completamente inesplorato all’interno di una grande corsa a tappe».
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