La LCP, Lega del Ciclismo Professionistico, si è dimessa in blocco. No, nessuna abolizione o crisi coi vertici federali, bensì un iter che ci ha così descritto il presidente uscente, l'ex governatore del Piemonte Enzo Ghigo: «Nell'assemblea di mercoledì pomeriggio, dopo l'approvazione del bilancio avvenuta con successo, il comitato direttivo ha rimesso il mandato. Tutto è partito da una mia scelta per motivi personali: non riesco più a seguire tutto e svolgere questo incarico con la dovuta attenzione. Sono seguite quindi le dimissioni del vicepresidente Mauro Vegni e dell'intero consiglio. Come da statuto, ci sono 40 giorni per svolgere l'ordinaria amministrazione e per l'indicazione, da parte delle componenti della Lega (organizzatori, gruppi e direttori sportivi, corridori) dei propri rappresentanti, così da ricostituirsi in toto. Il presidente federale Cordiano Dagnoni era presente e ha preannunciato ulteriori sinergie nel mondo professionistico: all'insediamento del nuovo organico l'anno scorso, la FCI non pensava che il nostro ruolo fosse così fondamentale, poi grazie a un ottimo dialogo con Dagnoni e la Federciclismo ne è stata compresa da tutti l'importanza. Lascio una Lega in ottima salute, che almeno per il 2022 non avrà nessun problema. Per il 2023 ci sarà da prendere in mano la questione dei diritti televisivi, ma di questo si occuperà il nuovo comitato direttivo.»
Ghigo, succeduto nel 2015 a Vincenzo Scotti, già a fine 2020 aveva rassegnato le dimissioni dalla LCP dopo essere stato eletto presidente anche del Museo del Cinema di Torino. Successivamente quelle dimissioni erano state però revocate. Stavolta, tuttavia, c'è di mezzo l'intera squadra.
(foto: pagina Facebook Lega Ciclismo Professionistico)
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