In gara ha dimostrato una gran gamba, in conferenza stampa una gran testa. Anna Kiesenhofer è la nuova campionessa olimpica di ciclismo ma è un'atleta part time perchè è una ricercatrice ed è questo il lavoro che le dà da vivere. Non il ciclismo, almeno non fino ad oggi. «Non ci credo. Parto sempre per vincere, ma mai avrei pensato di riuscirci oggi. Mi ero preparata al meglio e ieri, vedendo la gara dei maschi, ho pensato che sarebbe stata una buona idea attaccare al km 0 ma riuscire a conquistare il titolo olimpico è qualcosa che mai mi sarei aspettata. Magari una medaglia, ma non quella d'oro...» racconta incredula la 30enne austriaca, all'inizio un po' spaesata davanti a tanti microfoni.
Da buona laureata in matematica ha calcolato al meglio le suo possibilità e le ha sfruttate appieno. «Ho studiato la prova maschile e deciso la mia tattica di gara. Non ho allenatori, tecnici, preparatori, né nutrizionisti che mi seguono, mi occupo io in prima persona dei miei allenamenti, di ciò che mangio e di come gestirmi in corsa. Non avevo la radio quindi non ero sicura del vantaggio che avevo, in più non sapevo se gli aggiornamenti che ricevevo erano affidabili. Nel dubbio sono andata a tutta, sfruttando le mie doti da cronoman. Ho iniziato a credere di aver centrato il colpaccio solo negli ultimi metri. Sono felice e non vedo l'ora di sentire i miei genitori e il mio ragazzo. Quando tornerò a casa domani o dopodomani non faremo grandi festeggiamenti ma senz'altro celebreremo insieme questo traguardo che voglio condividere con chi mi è più vicino» prosegue nel suo racconto l'unica portacolori dell'Austria in gara, che non ha avuto bisogno di compagne per sbaragliare l'agguerrita concorrenza.
Dopo aver studiato Matematica a Vienna tra il 2008 e il 2011, aver conseguito un Master a Cambridge (2011-2012) e il Dottorato al Politecnico della Catalogna nel 2016, anno in cui ha iniziato a praticare ciclismo in modo più professionale dopo essersi cimentata nel triathlon e nel duathlon, ora è una ricercatrice alla Ecole Polytechnique Federale di Losanna che sta studiando le equazioni differenziali parziali non lineari che sorgono nella fisica matematica.
«Gran parte della mia vita è dedicata al ciclismo, ma ho anche altri interessi. Non è semplice occuparsi di calcoli complessi dopo 5 ore di bici quindi in genere prima studio e poi pedalo. Per questo appuntamento ho lavorato sodo e, per come si è svolta la corsa, essere forte anche a livello mentale è stato fondamentale. Mi sembrava già incredibile essere alle Olimpiadi, pensare di averle vinte è surreale. Per carattere sono una ragazza che si concentra al cento per cento e anche in questa occasione forse non mi sono goduta l'esperienza svagandomi come andrebbe fatto in un'occasione come questa» racconta la dottoressa Kiesenhofer che ha ricevuto i complimenti dalle rivali finite con lei sul podio.
Ha paura che il trionfo le stravolgerà la vita? «Non so quanto la cambierà, di certo mi darà più fiducia in me stessa. Per il resto di certo non mollerò il lavoro e continuerò a pedalare. Continuerò a non aver tempo per allenare nessun altro oltre alla sottoscritta (già in passato ha ricevuto richieste al riguardo per la sua preparazione anche in tal senso, ndr), per lo meno non ora che passo già fin troppe ore davanti a un computer».
Un messaggio per le giovani che l'hanno vista oggi fare un numero incredibile? «Non credete troppo alle autorità. Non ascoltate i maestri che dicono di saperla lunga, gli allenatori che pensano di potervi miracolosamente far andar forte, fidatevi di poche ma buone persone. Più uno parla di solito meno sa quindi non dategli retta. Non ci sono scorciatoie. Lavorate, studiate e inseguite i vostri sogni».