Elisa Longo Borghini ha gli occhi che sorridono, le emozioni che le riempiono il cuore ma nella sua analisi è lucida e spiega: «Oggi, devo dire la verità, ho sofferto molto il caldo. Al via della corsa, non mi aspettavo niente, mi sono ripromessa solo di lasciare sulla strada tutto quello che avevo e così ho fatto, tanto è vero che nel finale ho corso più di cuore che di gambe. Credo che l'Olanda pensasse di avere tutto sotto controllo invece le è sfuggita una atleta che ha fatto un'impresa, è stata tutto il giorno in fuga, dobbiamo farle i complimenti. Negli ultimi chilometri Annemiek se n'è andata e non ci sono riuscita: ho visto le olandesi festeggiare, secondo me pensavano di aver vinto e non si ricordavano che in fuga c'era ancora Anna Kiesenhofer».
E ancora: «Non ho capito la tattica dell'Olanda, ma ho pensato a fare la mia corsa. La responsabilità dell'inseguimento era delle olandesi, non certo mia o di Marta che non siamo veloci. La mia continuità di rendimento? L'avevo spiegato anche alla vigilia: io lavoro, metto gù la testa e faccio sacrifici che a volte vengono ripagati e oggi va bene così, va molto bene! Questa medaglia è per la mia mamma, il mio papà, mio fratello, i miei nipoti e il mio fidanzato perché abbiamo fatto tanti sacrifici insieme e loro non mi lasciano mai sola. Poi voglio ringraziare la Federazione, le Fiamme Gialle e la Trek Segafredo perché senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile»