Il Giro d’Italia è finito e Davide Cassani, commissario tecnico della nazionale italiana, è sceso dalla moto per tornare in ammiraglia. «E’ stato un Giro d’Italia emozionante, vissuto come non lo avevo mai fatto in vita mia – spiega il ct da Riolo Terme –, ho fatto il Giro 12 volte come corridore e 16 volte dalla postazione in cronaca, ma con la moto è tutto un altro modo di viverlo».
Davide Cassani ha avuto un occhio di riguardo per i suoi ragazzi e per capire quali saranno i corridori più adatti per l’appuntamento olimpico.
«Dalla moto hai la possibilità di vedere un corridore per molti secondi, osservando gesti ed espressioni, è possibile capire molto. Gli occhi dicono tanto e qualche volta in salita i corridori non portano gli occhiali e se riesci ad avvicinarti puoi capire tante cose».
L’Italia alla corsa rosa ha ben figurato, sia con Damiano Caruso, che ha conquistato il secondo posto nella classifica generale, che con tanti altri ragazzi che hanno vinto e si sono piazzati bene.
«I nostri ragazzi sono stati bravissimi, abbiamo vinto 7 tappe su 21. Damiano Caruso è arrivato secondo e siamo stati protagonisti di tante fughe. Affini è stato bravo, così come ho applaudito i piazzamenti di Consonni e Viviani che si aggiungono agli altri successi». Tante emozioni alla corsa rosa e tra le tante, il ritorno ad una vittoria importante per Alberto Bettiol. «Alberto è stato l’uomo del Fiandre e al Giro finalmente abbiamo visto quel Bettiol. Mi ha impressionato in modo positivo non solo quando ha vinto, ma anche il giorno prima e poi nella tappa con arrivo a Cortina d’Ampezzo, quando ha corso per il suo capitano Carthy».
Cassani con tutti i suoi ragazzi ha un rapporto speciale, fatto di gesti e sguardi, dove non servono le parole. «Con Damiano, dopo la sua vittoria, ci siamo abbracciati, avevamo parlato nei giorni precedenti di Tokyo e vederlo così forte e deciso,mi ha ricordato quando ad un’altra Olimpiade lui faceva parte del gruppo dei 5 selezionati perché lo meritava».
La corsa rosa è fatta di tanti momenti che alla fine di ogni edizione entrano nel cassetto dei ricordi. Anche per Cassani è così e per molti aspetti questo Giro per lui resterà unico. «Il Giau sarà qualcosa che non dimenticherò mai, c’erano tutti i corridori più forti in quella salita a pochi secondi uno dall’altro. Ma anche gli ultimi due chilometri della galoppata vincente di Damiano sull’Alpe Motta, per me saranno un ricordo unico. La gente sulle strade è un altro flash che resterà con me. Ho vissuto un Giro nel gruppo e questo è qualcosa di diverso».
Tanti azzurri forti, ma ci sono state le critiche per Vincenzo Nibali che a Cassani non sono certamente piaciute. «In questo mondo se fai bene o fai male comunque vieni criticato. Dobbiamo ricordarci che Vincenzo Nibali è stato il nostro alfiere per tanti anni e che la baracca è andata avanti grazie a lui. E’ stato bravo perché, nonostante tutto quello che gli è successo, si è presentato al via ed ha portato a termine la corsa arrivando a Milano. E’ caduto e si è rialzato, cos’altro dovevamo chiedergli?».
Le critiche ci sono state non solo per il siciliano, ma anche per i tanti velocisti che hanno abbandonato la corsa, evitando di fare le ultime salite. «Abbandonare è sempre difficile e mai bello, in particolare se è stato programmato. Qualche volta bisognerebbe mettersi nei panni dei corridori, perché la stagione non finisce a maggio. Questi ragazzi devono fare ancora tante corse dopo il Giro, con tanti impegni da onorare e qualche volta bisognerebbe capire cosa hanno in testa e cosa decidono le squadre».
Cassani è nato in Romagna, una terra che negli ultimi anni si sta dando molto da fare per il ciclismo. Ci sono stati i Mondiali ad Imola lo scorso anno e in questo 2021 ci saranno alcune tappe del Giro under23 e i Campionati Italiani. «In Emilia Romagna si fa molto per lo sport giovanile, abbiamo unito sport e turismo e uno è di aiuto all’altro. Abbiamo tanti eventi, come il Giro under23 e i Campionati Italiani, ma anche corse come il Rally di Romagna per il fuori strada, che fanno bene a tutto il movimento e mostrano un territorio meraviglioso. Gli eventi sportivi servono a far emergere i nostri atleti, ma anche a promuovere il nostro territorio così bello».
Il tecnico azzurro pensa alle Olimpiadi ma anche al Mondiale in Belgio. Nella sua mente i nomi già ci sono, ma aspetta i Campionati Italiani per cominciare a fare le sue valutazioni. «La prossima settimana andrò in Belgio a vedere il percorso del Mondiale con Matteo Trentin. Altri corridori come Giacomo Nizzolo, sono già andati e penso che un corridore come Matteo potrà dare indicazioni molto importanti. Per le Olimpiadi ho una lista di 8 corridori e non sarà facile decidere, perché ogni scelta è una rinuncia. Quindi voglio anche parlare con i miei ragazzi prima di prendere una decisione».
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