Vincenzo Nibali ha corso da protagonista anche oggi al Lombardia, ma è stato radito dai suoi muscoli: «Gli ultimi 50 km li ho fatti con i crampi, Bauke e Giulio stavano meglio e mi sono messo a disposizione. E’ stato un finale complicato e condizionato, non riuscivo a spingere come volevo. Sulla salita del Civiglio ho cercato di mantenere un ritmo regolare, sia per me che per i miei compagni, quando poi è esplosa la gara è stato difficile fare di più e si è vista la differenza. Il risultato lo giudico discreto, perchè corriamo sempre per vincere, ma dobbiamo essere realisti e accettarlo. Dobbiamo constatare che ci sono corridori più brillanti in queste prime gare. Possiamo essere soddisfatti perchè nel complesso le performance sono in crescendo, abbiamo dimostrato solidità, ma mancano giorni di corsa e corse a tappe che ti permettono un salto di qualità nel colpo di pedale».
E Giulio Ciccone, primo degli italiani al traguardo, aggiunge: «Soddisfatto a metà, perchè è vero che abbiamo dato tutto e non abbiamo mollato fino al traguardo, però le aspettative erano diverse quando ci siamo trovati in tre della stessa squadra in un gruppo di sei. Il gioco di squadra c’è stato, per quanto possibile. Semplicemente gli altri tre avevano qualcosa in più. A livello personale, se guardo la mia prestazione, sono contento. Fino ad ora il Lombardia era una corsa sulla carta adatta a me e mi aveva sempre respinto. Oggi invece sono stato competitivo. Credo che dobbiamo guardare con fiducia al futuro, non solo a livello personale ma anche come squadra. Gara dopo gara, la condizione sta crescendo. Ci manca quel cambio di ritmo che fa la differenza in finale e che ottieni solo correndo. Non abbiamo vinto, ma siamo stati competitivi. E’ un segnale incoraggiante».