La forza della General Store – Essegibi – Fratelli Curia è il gruppo. Alessandro Spiniella, Team Manager della squadra veneta, lo sottolinea più volte: «L’unità dei ragazzi e dello staff è una cosa che mi rende felice; credo che, senza lo stop per il coronavirus, lo spirito di squadra ci avrebbe permesso di ottenere buoni risultati» dichiara il dirigente veronese raggiunto telefonicamente da tuttobiciweb. Effettivamente, prima del blocco delle competizioni, la formazione Continental presieduta da Diego Beghini si era messa in luce: Matteo Baseggio è stato protagonista di una lunga fuga al Trofeo Laigueglia e ha chiuso in quarta posizione sia la Firenze – Empoli che il GP dell’industria di Civitanova Marche; Davide Vignato è giunto terzo a San Bernardino di Lugo, e altri piazzamenti nelle prime gare di questa stagione sono stati messi a segno da Cristian Rocchetta, Marco Chesini e Daniel Smarzaro.
Poi è arrivato il lockdown.
«Lo stop ha fermato l’attività dei ragazzi costringendo il tecnico Giorgio Furlan - assieme ai collaboratori Ceresoli, Caramel e Cordioli - a rivedere la programmazione sportiva della squadra. Il lockdown ha però creato anche problemi di carattere amministrativo e gestionale».
Ci spieghi.
«Faccio un esempio: la squadra emette fatture nei confronti degli sponsor ma il blocco produttivo, a volte, porta a rallentamenti dei pagamenti e se questo accade la gestione di un team diventa più difficile».
Restiamo in argomento economico. Come si immagina il ciclismo post-pandemia sotto questo aspetto?
«La crisi cambierà tante cose, non sarà facile trovare una sponsorizzazione: avendo corso poco quest’anno, le aziende, giustamente, potrebbero lamentare mancanza di visibilità. Anche sul piano fiscale l’investimento in sponsorizzazione potrebbe non essere più così vantaggioso: le aziende avranno meno ricavi, di conseguenza potrebbero ricorrere meno alle sponsorizzazioni. Per le Società dilettantistiche come l anostrai saranno importantissimi i contributi e gli aiuti che arriveranno ma, personalmente, credo sia ancor più necessario che la Federazione lavori con il Governo per rendere l’investimento nel ciclismo più attrattivo per gli sponsor».
In che modo?
«Una delle idee potrebbe essere quella di dare un credito di imposta alle aziende sponsor calcolato in percentuale sul totale dei rimborsi che la Società sportiva dà agli atleti».
Torniamo in ambito sportivo. Come state gestendo la fase successiva al confinamento?
«I ragazzi dopo il lockdown sono tornati a pedalare, naturalmente rispettando le norme del Governo e le ordinanze delle Regioni; sono seguiti dallo staff tecnico e il loro morale è abbastanza alto. Purtroppo non è ancora possibile allenarsi in gruppo e quindi non abbiamo programmato un collegiale, la casa che abitualmente usiamo come ritiro per ora ospita solo Abderrahim Zahiri che, quando hanno chiuso le frontiere, non è riuscito a tornare in Marocco dalla sua famiglia. Più fortunati sono stati invece il danese Andersen e il giapponese Maehara: loro sono tornati in patria. Li attendiamo per tornare assieme alle corse».
Come vede il ritorno alle gare?
«Difficile da dire, attendiamo di conoscere i protocolli e di leggere le indicazioni che avremo. In questi giorni in molti si lamentano dicendo che si pensa solo alla ripresa del calcio, ma vedo il calcio un po’ come un fratello maggiore che ci mostra la via da seguire: come il ciclismo, è uno sport di squadra, entrambi hanno da gestire il pubblico e i membri dei team interagiscono ed entrano in contatto tra loro. Insomma dalla ripresa del calcio potranno arrivare spunti anche per il nostro ritorno alle gare».
Un suo giudizio sui calendari.
«Un caos. Alcune concomitanze, penso soprattutto a Giro U23 e Coppi e Bartali, costringeranno i team a fare delle scelte. Ci potremmo trovare nella scomoda posizione di dover rinunciare a gare declinando gli inviti degli organizzatori e questo non è un bene. Auspico una revisione».
Sulla riorganizzazione delle categorie, invece?
«Sono favorevole al congelamento delle categorie: è assurdo permettere al coronavirus di condizionare la carriera e i sogni di un atleta. Focalizzandomi sulla categoria Under, per il futuro, propongo di ampliarla fino agli U25».
Il gruppo e l’unità di intenti sono fondamentali, Alessandro Spiniella lo ribadisce anche alla conclusione della nostra conversazione: «Una cosa estremamente positiva che ci lascerà questa esperienza è l’unione che si è creata tra le Continental italiane. Il confronto è continuo, le conference call di questo periodo ci hanno portato a mettere in comune esperienze e ci stanno permettendo di lavorare compatti per il nostro movimento. Certo quando torneremo alle corse, in ammiraglia, sarà battaglia, ma questo periodo ha dimostrato che sappiamo essere uniti».
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