BEVILACQUA. «COSI' IL TEAM COLPACK BALLAN SI PREPARA ALLA RIPARTENZA»

CONTINENTAL | 17/05/2020 | 08:10
di Luca Galimberti

 


Il coronavirus ha costretto tutti a modificare comportamenti ed abitudini, ci ha fatto rallentare, ed anche fermare. Ora la “fase2” dà la possibilità di provare a ripartire. Per capire come il mondo del ciclismo ha vissuto questi mesi, come si sta preparando alla nuova partenza e cosa cambierà nel prossimo futuro, tuttobiciweb ha raggiunto telefonicamente Antonio Bevilacqua, manager del Team Colpack Ballan.


Tanto impegno per preparare la stagione, il debutto e poi, quasi subito, il Covid-19 ha bloccato tutto. Bevilacqua, come avete vissuto il periodo di lockdown?

«I ragazzi si sono allenati sui rulli ma senza sfinirsi, abbiamo detto loro di privilegiare esercizi a corpo libero. Inoltre abbiamo organizzato attività in videoconferenza assieme al dottor Guardascione, nostro medico sociale e con il nostro mental coach Omar Beltran, per tenere alto il morale dei nostri atleti».

Mantenere le giuste motivazioni è importante.

«Assolutamente, fondamentale. Soprattutto ora che non abbiamo ancora certezze ed obiettivi. Cerchiamo di rimanere vicino ai ragazzi con la tecnologia, utilizzando programmi come Zoom o Skype. Devo anche dire che da quando è stato possibile riprendere a pedalare all’aria aperta i ragazzi sono più felici: avevano bisogno di sentire il vento sulla faccia e ritrovare le sensazioni della pedalata su strada».

L’allenamento individuale e il fatto che gli atleti non si siano ancora ritrovati in ritiro, incide nella preparazione e nella ripresa?

«I ragazzi stanno bene e dalle indicazioni che abbiamo sappiamo che il loro livello di forma, tutto sommato, è abbastanza buono. Bisognerà aspettare i nuovi decreti per capire se e quando potremo fare allenamenti di squadra, magari in piccoli gruppetti. Personalmente vorrei comunque tenere chiuso il nostro ritiro per evitare assembramenti. Intanto ci stiamo preparando alla ripartenza: abbiamo riaperto il nostro magazzino, sanificato i locali, gli automezzi e i materiali».

La Bergamasca è stata una delle zone più colpite dal virus. Lei come valuta ora la situazione generale?

«Sembra che stia migliorando. C’è più movimento, si cerca di tornare pian piano alla normalità La gente indossa le protezioni e presta molta attenzione».

Il Covid-19 sta mettendo in crisi anche l’economia, che impatto crede avrà questo sul mondo del ciclismo?

«La situazione generale è grave. Non correre ha fatto mancare visibilità agli sponsor, abbiamo letto di team professionistici di alto livello in difficoltà e sicuramente, a cascata, ci saranno difficoltà anche nelle categorie inferiori. Ritengo che, anche chi può contare su sponsorizzazioni di aziende solide, dovrà sedersi al tavolo e rivedere gli accordi. Anche alcune regole dovranno cambiare per salvaguardare il movimento, me ne viene in mente una: per esempio i team Professional che quest’anno sono stati obbligati ad aumentare il numero di corridori in rosa. Più corridori vogliono dire più costi».

Come giudica la proposta di “congelare” le categorie?

«Sono pienamente d’accordo. Aggiungere il terzo anno da Juniores e introdurre gli Under24 servirebbe a tutelare i ragazzi, soprattutto quelli al quarto anno da Under che hanno lavorato duro per provare a raggiungere il sogno di passare Professionisti».

Crede che si possa standardizzare la modifica anche per il futuro?

«Non saprei, essendo categorie internazionali dipende dalla Unione Ciclistica Internazionale. Sicuramente un percorso di tre anni per gli Juniores consentirebbe ai ragazzi più tranquillità per completare le scuole superiori e pensare alla Maturità».

In vista della possibile ripartenza, come squadra, avete pensato ad un protocollo sanitario particolare?

«Prima della ripartenza ci saranno sicuramente regole nuove e esami da fare. Siamo in continuo contatto con il nostro medico sociale e seguiremo anche le sue indicazioni. Una cosa è certa: la salute dei corridori viene prima di tutto e la ripartenza dovrà avvenire solo in piena sicurezza quindi, in ogni caso, prima di tornare alle gare, farò sottoporre i nostri atleti a tutti gli esami necessari per essere certi che siano in perfetta salute».

 

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