PROFESSIONISTI | 18/08/2017 | 17:28 Alberto Contador ha affrontato oggi la sua ultima conferenza stampa della vigilia.
«Prima di parlare di ciclismo, lasciatemi dire che siamo tutti molto colpiti da quanto accaduto ieri a Barcellona. Vorrei rendere omaggio e portare la mia solidarietà e sostegno alle famiglie e agli amici delle vittime. È incredibile quello che sta accadendo attorno a noi, ma sono convinto che il modo migliore per onorare le vittime sia continuare a fare bene il nostro lavoro». E poi, via con le domande. IL RITIRO. «Pensavo di ritirarmi già da un po' di tempo, anche se Luca Guercilena ed io stavamo discutendo della possibilità di estendere il mio contratto e continuare fino al Giro d'Italia del prossimo anno. Non ero sicuro, ma sapevo che il Tour de France mi avrebbe dato la risposta. Ad un certo punto, mi sembra dopo la tappa numero 9, ho visto le cose molto chiaramente e ho capito cosa dovevo fare. Ma per essere onesto, devo ammettere che quella decisione era già stata presa al 70% prima dell'inizio del Tour de France».
IL TOUR. «Sono andato al Tour in condizioni ottimali, con il peso ideale, con buoni numeri in allenamento e una condizione paragonabile a quella del 2014, ma devi fare i conti con quelle cose che sono prevedibili, come le cadute. Puoi arrivare nella forma migliore all'inizio di una gara, ma ci sono imprevisti che ti impediscono di mettere a frutto tutto il tuo duro lavoro. E poi, con la mia scelta, do alla Trek Segafredo la possibilità di cominciare a programmare il suo futuro».
LA FUNDACION. «La nascita del Team Continental che sarà gestito dalla Alberto Contador Foundation non ha influenzato la mia decisione. Stavamo lavorando da lungo tempo a quel progetto. Questa squadra avrà basi solide e sono ansioso di lavorare su questo progetto. Ringrazio per il supporto la Trek-Segafredo, la Polartec e la Kometa: sono sicuro che diventeremo una grande squadra».
VUELTA. «Ogni volta che vado a una gara, do tutto me stesso, sono sempre stato molto professionale e lo sarò anche per la mia ultima corsa. Allo stesso tempo, dico che questa Vuelta è davvero speciale: me la godrò al massimo e mi sento fortunato di poter vivere questa esperienza. Sono convinto che il mio sarà un sogno lungo tre settimane. Naturalmente, dal punto sportivo per essere felice tutto dipende da come andrà la corsa… La partenza dalla Francia? Ho ricordi dolci di questo Paese e dei suoi tifosi, quindi sarà sicuramente una sensazione molto speciale vivere questa inedita partenza della Vuelta».
CERTEZZA. «Sì, sono assolutamente sicuro della mia decisione, quindi anche se facessi un’ottimo risultato alla Vuelta non cambierei la mia idea… (ride)». PREPARAZIONE. «La mia preparazione era molto diversa da quella cui sono abituato: non ho mai fatto la Vuelta dopo aver finito il Tour. Quando ho combinato Vuelta e Tour in passato, è stato perché qualche battuta d'arresto o inconveniente mi hanno impedito di finire Il Tour, come accaduto nel 2014 e nel 2016. In pratica ho cercato di riposare quanto più possibile, sono rimasto a Madrid e negli ultimi 10 giorni mi sono allenato abbastanza bene. Non ho certezze, ma penso di aver recuperato molto bene dal Tour».
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