Il Dana, la terribile alluvione che ha colpito alcune zone della Spagna, non ha risparmiato nessuno e anche lo sport sta facendo la conta dei danni. Tra le organizzazioni sportive più colpite c’è la Volta a la Comunitat Valenciana, la corsa a tappe spagnola che dovrebbe svolgersi dal 5 al 9 febbraio 2025.
Questa è una corsa che ha visto vincere tanti campioni, partendo da Eddy Merckx, Hinault, Valverde e anche il nostro Alessandro Petacchi e Tadej Pogacar. Ora però tutto è in forse, perché i magazzini della Volta Ciclista a la Comunitat Valenciana a Massanassa sono stati distrutti dall'alluvione. A distanza di 10 giorni, a Massanassa la situazione è ancora grave e il quartier generale della corsa è pieno di fango. «Un metro e sessanta d'acqua è entrato da noi e tutto quello che c'era sugli scaffali e negli scatoloni è andato distrutto – ha spiegato il direttore generale della corsa Ángel Casero all’agenzia di stampa EFE - Si sono salvate solo le frecce di segnalazione, perché le avevamo messe più in alto. Stiamo pulendo e buttando tutto e, una volta terminato, esamineremo e quantificheremo le perdite».
Il problema però non riguarda solo le ingenti perdite a livello di materiale, ma anche la situazione dei comuni dove la corsa dovrebbe passare il prossimo febbraio.
La presentazione del percorso era prevista per dicembre, ma tutto ora è rivoluzionato. «Avevamo programmato la presentazione a dicembre e non saremo in grado di farla. Ci sono anche comuni che sono stati colpiti ed evacuati e che saranno interessati dalla gara. Dovremo aspettare tutto il mese di novembre per vedere quale sarà la situazione dei comuni e capire come saranno distribuiti i sussidi. A questo punto dobbiamo attendere il prossimo anno e vedere cosa succederà».
Ángel Casero è preoccupato non solo per la corsa, ma anche per tutte le persone che fanno parte dell’organizzazione e che, in questo momento, non hanno più un posto dove lavorare. Nei prossimi giorni erano in programma i sopralluoghi dei percorsi e anche le riunioni con le prefetture e la polizia locale, ma adesso tutto è fermo a causa del fango.
«Non facciamo altro che togliere il fango e buttare le cose. Il problema è che non finisce mai: non importa quanto pulisci, tutte le strade sono fangose e tutto continua a riportare dentro il fango – ha continuato Casero – Non abbiamo più niente ed è stato distrutto tutto e non possiamo sostituire nulla perché non riusciamo neanche ad entrare nei magazzini».
La solidarietà in questi casi, è l’unica arma per andare avanti: quelle poche maglie che è riuscito a recuperare, Casero le ha lavate e le ha donate per ottenere fondi da destinare alle vittime dell’alluvione, perché in questi casi tutti si devono aiutare. «E’ stato impressionante l’aiuto che abbiamo ricevuto. E’ stato un vero e proprio fenomeno multiculturale. Abbiamo avuto persone che sono arrivate da Israele, Olanda, Gerusalemme, Grecia, Italia e tanti altri Paesi. E’ stato emozionante vedere l’aiuto di tutta questa gente. C'erano molte persone che passavano, ti vedevano mentre spalavi il fango e dicevano: ehi, possiamo aiutarti? E tutti semplicemente iniziavano ad aiutare come potevano. Dobbiamo guardare avanti, ma ancora non sappiamo come».
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