In questo periodo tra gli addetti ai lavori si torna a parlare del Trofeo Baracchi, nota cronocoppie per campioni. Infatti per interessamento dell’onorevole Roberto Pella, presidente della Lega Ciclismo, il nuovo “Baracchi” si correrà domenica 12 ottobre 2025 a Valdengo, nel Biellese. Se ne sta interessando Filippo Borrione, presidente della Ucab Biella. “Il presidente Pella – dice Filippo – vuole che la nuova versione del Trofeo Baracchi sia una gara in linea”.
Nell’epoca d’oro il Trofeo Baracchi si svolgeva il 4 novembre. Poi il creatore Mino Baracchi cambiò la data, anticipando la cronocoppie al primo novembre; era per eccellenza la classica di chiusura della stagione. Nell’edizione del 1964, esattamente 60 anni fa, in quel 1° novembre trionfarono Gianni Motta e Giacomo Fornoni, coppia della Molteni. Quell’edizione partì a Bergamo e dopo un ampio giro in Brianza terminò al Velodromo Vigorelli di Milano: oltre cento chilometri in apnea per grandi campioni del ciclismo. Gianni Motta era l’astro nascente del ciclismo professionistico, atleta brillante e competitivo su ogni tipo di percorso. Gianni è nato a Cassano d’Adda il 13 marzo 1943 e forte di un palmares giovanile entusiasmante debuttò non ancora ventenne tra i professionisti. Nel ’64 prima di disputare il Trofeo Baracchi vinse la tappa a cronometro di Le Locle al Giro di Romandia, la tappa Torino-Biella del Giro d’Italia, Coppa Bernocchi a Legnano, Gran Premio Molteni ad Arcore. S’impose alla grande anche al Giro di Lombardia ‘64, distanziando Carmine Preziosi e il ciclismo mondiale. Gianni aggiunse al palmares un paio di circuiti a ingaggio.
Il passista Fornoni è nato a Gromo, in Alta Val Seriana, il 26 dicembre 1939. E’ uno dei componenti del quartetto azzurro vincitore della medaglia d’oro nella cento chilometri a cronosquadre all’Olimpiade di Roma 1960. Quel quartetto per tanti appassionati diventò una filastrocca: Fornoni- Bailetti- Cogliati-Trapè. Da dilettante Giacomo vinse anche l’oro ai Giochi del Mediterraneo. Ha vissuto in prevalenza a Rogeno, nel Lecchese.
La Molteni era diretta dall’ex corridore professionista Giorgio Albani, ben spalleggiato dal meccanico Ernesto Colnago. Il Trofeo Baracchi era una corsa molto ambita e Albani decise di affiancare Fornoni a Motta. Ernesto Colnago mise a punto le bici dei due cronoman: “Mi montò il 53 per 13 come rapporto più lungo con pedivelle da 175”, spiega Gianni. Il finale di gara dei due lombardi fu entusiasmante, soprattutto nel tratto Giussano-Milano. La coppia Motta – Fornoni perfettamente amalgamata vinse davanti all’importante duo emiliano-romagnolo Vittorio Adorni-Ercole Baldini. Si piazzarono terzi l’estroso tedesco Rudi Altig e il “baronetto” inglese Tommy Simpson. Un podio di grandi campioni se si pensa che proprio quell’anno Simpson vinse la Milano – Sanremo e Altig, oltre ad aggiudicarsi diversi Campionati del Mondo su pista, due anni prima aveva trionfato alla Vuelta a Espana. Da notare che Baldini “Elettrotreno di Forlì” il Baracchi l’aveva vinto nel 1957 in coppia col Campionissimo Fausto Coppi, nel ’58 e ’59 con Aldo Moser, e ’61 insieme al francese Joseph Velly. Per Motta quella vittoria nella cronocoppie rappresentò l’ottava stagionale. La ciliegina sulla torta di una straordinaria stagione da neoprofessionista. Come tutti sanno la carriera di Gianni proseguì con successo ininterrottamente fino al 1974 e il biondo di Groppello d’Adda per alcune settimane gareggiò anche nel 1976.
Fornoni con la vittoria al Baracchi 1964 completò la quarta stagione tra i professionisti. Nella massima categoria vinse altre 2 corse e nella storia del Baracchi ottenne pure un secondo posto. Smise di gareggiare a fine 1968. Nei suoi 8 anni di carriera professionistica Giacomo indossò sempre la maglia della Molteni. Aprì anche un ristorante di successo denominato “I cinque cerchi” a ricordo della vittoria all’Olimpiade di Roma. Nel settembre 2016 Giacomo ha lasciato tutti noi. E’ salito in cielo.
Nella foto, tratta dauy filmato Rai dell'epoca, Fornoni e Motta vengono intervistati a fine corsa da Adriano De Zan e Adone Carapezzi.