PARIS 2024. LA LEZIONE DI BENEDETTA PILATO E IL PESO DELLE PAROLE

PARIGI2024 | 01/08/2024 | 08:50
di Giulia De Maio

Tregua olimpica? Non esiste. Nè per le orripilanti guerre vere, che continuano a portare morte in lungo e in largo generando troppo poco clamore, né per quelle decisamente meno gravi che riguardano quello spicchio di mondo rappresentato dallo sport.


Le polemiche ai Giochi Olimpici di Paris 2024 sono iniziate fin dalla cerimonia di apertura, provocatoria o addirittura blasfema per qualcuno. Personalmente ho apprezzato l'aggiunta all'immancabile motto liberté, égalité, fraternité di inclusività e valorizzazione delle differenze nel calcio d'inizio dell'evento che ha stabilito un record per il maggior numero di atleti apertamenti LGBTQ. Sono 191 tra ragazzi e ragazze gli appartenenti alla comunità arcobaleno secondo Outsports. «Si rendono conto che è importante essere visibili perchè non c'è altro modo per ottenere rappresentanza», scrive il sito specializzato.


Il giorno dopo il “nostro” Filippo Ganna inaugura il medagliere italiano con il suo argento nella cronometro e Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, il più importante quotidiano italiano, ci tiene a farci sapere che adesso lo vediamo così, «come una statua greca», ma in realtà prima era «grasso» (non è vero, ndr), «dislessico», «faticava a parlare» (non è vero, ndr) e «qualche compagno lo prendeva pure in giro», aggiungendo che “non è neppure riuscito a terminare gli studi”. Insomma, suggerisce lo stimato collega, un disastro. Pur con tutte le buone intenzioni il messaggio che passa è devastante. Essere grassi, dislessici e non riuscire negli studi è un fallimento su tutta la linea, ma, se ti impegni, puoi diventare muscoloso e vincente come Ganna. Puoi insomma - come scrive Cazzullo - «farcela lo stesso», lasciando intendere che qualunque altro epilogo per Pippo sarebbe stato un completo fallimento. E se Pippo non fosse diventato il campione che conosciamo, questo l’avrebbe reso meno giusto, realizzato, dignitoso?

Nei giorni a seguire quella performatività tossica che sulla carta contestiamo e che nella realtà troppo spesso non perdiamo occasione - consapevolmente o meno - di reiterare e ribadire è tornata protagonista dopo il “legno” di Benedetta Pilato (nella foto tratta dalla sua pagina Instagram), che a 19 anni per un centesimo ha sfiorato il podio olimpico e per le sue lacrime di gioia è stata derisa in tv anche da ex atlete (vedi la fiorettista Elisa Di Francisca, al commento per la tv di Stato) che dovrebbero ben sapere i sacrifici che stanno dietro all'inseguimento di un risultato di tale portata, soprattutto per un'adolescente che già abbiamo rischiato di “bruciare”.

Questa talentuosa nuotatrice tarantina ha dato una grande lezione di maturità a molti adulti e a tanti ragazzi che vivono le stesse sfide in luoghi e palcoscenici diversi, spesso schiacciati da pressioni insostenibili. Con il sorriso ci ha ricordato che non conta solo arrivare primi, che una medaglia olimpica è stupenda ma non definisce chi siamo. Lo fanno molto di più le parole e la sensibilità che usiamo.

 

Puntate precedenti del Diario di viaggio da #Paris2024:

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COMMENTI
Solidarieta'
1 agosto 2024 09:04 Arrivo1991
Massima solidarieta' per la Pilato. Da segnalare la grande solidarieta' tra donne! Se un simile attacco lo avesse fatto un uomo, apriti cielo: Tv, stampa,richieste di dimissioni etc etc.Saremmo qui ad etichettare il fatto in 1.000 maniere. Lo ha detto la Di Francisca ? Ah, allora e' solo un uscita malfatta. 2 pesi 2 misure.

Egalite' fraternite' e poi
1 agosto 2024 10:12 Bullet
C'è un italiano che per poco non ha centrato una top 10 al Tour e si è fatto il mazzo e ancora si aspetta che venga riportato un articolo o un'intervista però a parole si dice che anche gli ultimi contano come i primi e che il risultato può anche non arrivare ecc ecc...parole e questo se serve ricordarlo è un sito che tratta di ciclismo ma forse mi sbaglio.

Mah
1 agosto 2024 11:14 maurop
L'articolo sovrappone è confonde valore umano e valore sportivo e così non si capisce più nulla. Nessuno dubita che tutti gli esseri umani abbiano lo stesso valore a prescindere, ma se si parla di sport agonistico è giusto e necessario pensare che il primo vale più del secondo e il terzo del quarto. Poi dipende da quello se si vuole per sé. La delusione della Quadarella e la gioia della Pilato sono entrambe giuste, diciamo che la prima è meno sorprendente in un atleta professionista che dà tutto se stesso immagino non certo per arrivare dietro.

Considerazioni
1 agosto 2024 11:47 italia
Questo e' il frutto del "relativismo" di cui un pontefice tempo fa ne parlava; un termine "fine" per dire in sostanza che se appartieni ad un gruppo settore cultura dominante .... puoi fare e dire quello che vuoi; un tempo questo atteggiamento si etichettava come .... la "legge della giungla"; i tempi sono cambiati ..... etimiologicamente ....

Di Francisca
1 agosto 2024 14:34 Cicorececconi
Fosse stato un uomo al suo posto, si sarebbe gridato al patriarcato. Ovviamente, la politica di sinistra, non ha ritenuto intervenire in difesa della Pilato. Chissa' perche'

Bello e brutto
1 agosto 2024 14:52 alerossi
Delle olimpiadi è che contano solo oro, argento e bronzo (è per questo motivo che sono così affascinanti). Dal 4° all'ultimo valgono tutti uguale. Per tutte le altre competizioni contano anche altri piazzamenti, ma qui no. Fare quarti all'olimpiadi è un fallimento? Certo che No, ma quanto conta? Nulla.

@ alerossi
1 agosto 2024 16:39 Cicorececconi
Non si discute il fatto del 4to posto, ma delle parole offensive della Sig.ra Di Francisca. Sei pregato di informati, grazie

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