C'è chi non firmerebbe per niente di meno della medaglia d'oro come ci ha svelato ieri Filippo Ganna e chi invece tirerebbe fuori subito la penna per risalire sul podio olimpico, che conosce molto bene. Elisa Longo Borghini sarà la prima ciclista a scendere in strada ai Giochi di Paris 2024 (sabato tra le 14.30 e le 16.00) e sa bene che non esistono clausule precontrattuali che garantiscano un risultato assicurato. Bisogna dare il massimo nel giorno della propria gara e la fresca vincitrice del Giro d'Italia Women è pronta a farlo domani nella cronometro femminile e il 4 agosto nella prova in linea, in cui ha vinto la medaglia di bronzo nelle ultime due edizioni.
«Sinceramente firmerei senza esitazioni per mettermi al collo una nuova medaglia, alle Olimpiadi di qualsiasi colore sia vale oro. L'emozione che provi quando sali sul podio dei Giochi è unica: ti senti di essere arrivato davvero tanto in alto» ci ha confidato la 32enne piemontese, che dall'anno prossimo passerà alla UAE ADQ, ma ora pensa solo a brillare in maglia azzurra e fino alla fine dell'anno con la Lidl-Trek di Luca Guercilena.
«Nella settimana prima di partire per Parigi ho trascorso 3-4 giorni tranquilli, poi ho svolto dei lavori di richiamo di forza. Nella valigia ho messo l'abbigliamento fornito dalla Nazionale, il necessario per la trasferta e, visto che Jacopo (il marito Mosca, ndr) non potrà venirmi a seguire dal vivo come ha fatto il week end finale del Giro ho aggiunto una nostra foto e il solito orsetto che mi porto dietro da anni. Glielo avevo regalato io nel 2021 dopo la brutta caduta che aveva avuto ai Campionati Italiani a cronometro, non a caso si chiama Crash, ma lui mi disse “tienilo tu, da uomo non ce la faccio a portarmi dietro un peluche alle corse”» racconta allegra la campionessa d'Italia, che nei giorni scorsi ha aggiunto la maglia rosa a un palmares che già vantava due Fiandre, una Parigi-Roubaix, due bronzi olimpici e due mondiali.
A seguirla dal vivo non mancherà mamma Guidina (sciatrice di fondo con tre partecipazioni ai Giochi Olimpici invernali: Sarajevo 1984, Calgary 1988 e Lillehammer 1994, ndr) accompagnata dalla sorella Paola, mentre papà Ferdinando, accudendo il vitellino nato da pochi giorni, seguirà la sua bimba prodigio dalla tv di casa, così come farà il fratello maggiore Paolo con i figli, i nipotini di Elisa, suoi primi fans.
«Per la crono una medaglia la vedo lontana, anche se non sono mai stata così in forma e ho investito molto in questa specialità nell'ultimo anno. Contro il tempo voglio migliorare ulteriormente nelle prossime stagioni, anche per questo sono qui. Non voglio darmi false speranze nè sognare troppo. Resto con i piedi per terra, guardo alla mia performance, anche in ottica del campionato mondiale del Team Relay di Zurigo – continua Elisa, che ha le idee chiare sulle avversarie con cui dovrà vedersela domani. - Manca una delle specialiste favorite come la svizzera Marler Reusser ma ce ne sono molte altre a partire dall'americana Chloé Dygert, l'australiana Grace Brown, l'austriaca Christa Schweinberger e le due olandesi, vale a dire Demi Vollering ed Ellen Van Dijk. Se potessi augurare ad una di loro l'oro sarebbe a quest'ultima, mia compagna di squadra alla Lidl-Trek che dopo aver dato alla luce il piccolo Faas il 4 ottobre dell'anno scorso ha fatto qualcosa di strepitoso tornando a correre e a vincere 5 mesi dopo il parto. Spero sia riuscita a recuperare dopo l'infortunio che le ha fatto perdere parecchia massa muscolare perchè ho vissuto da vicino i sacrifici che ha sopportato e l'impegno che ci ha messo per essere a questa Olimpiade».
Puntate precedenti del Diario di viaggio da #Paris2024:
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