Era un pistard e con la maglia gialloblu della nazionale ucraina aveva partecipato a diverse edizioni dei campionati europei stabilendo anche dei record nazionali nel km da fermo e nella velocità a squadre. Andreyi Kutsenko aveva studiato all'università di Leopoli, poi aveva prestato servizio al ministero della difesa, entrando a far parte della sezione sportiva mentre proseguiva la sua carriera fino al 2016, quindi aveva scelto l'Italia prima per continuare a correre e per assicurare un futuro alla moglie Lubha e al figlio Danily.
Il 34enne Andreyi aveva trovato casa e lavoro a Corciago di Nebbiuno, nell'Alto Vergante, un paesino del Novarese con vista sul Lago Maggiore. Ma quel paesino ha lasciato nel 2022, spinto da un profondo spirito di patria: non accettava che la sua Ucraina fosse invasa dall'esercito russo e ha scelto di arruolarsi come volontario nella brigata motorizzata Magura.
È tornato nel suo Paese e per il suo Paese ha dato la vita: Andreyi Kutsenko è stato ucciso durante una missione di combattimento con la sua brigata il 3 luglio scorso nell'Oblast di Donetsk. La sua postazione è stata centrata da un mille, l'esercito e il governo ucraino lo ricordano come un eroe e difensore della patria.
Nel piccolo paesino del Vergante resta il ricordo di una persona molto disponibile e sempre gentile con tutti, innamorata della sua famiglia, del ciclismo e spinta da uno spirito patriottico che per molti è difficile da comprendere. Resta il ricordo di un campione.