Nel finale verso SuperDévoluy, Tadej Pogacar ha deciso di attaccare Jonas Vingegaard: un’azione, la sua, che ha raccolto diverse critiche, perché quell’attacco non avrebbe cambiato nulla nel risultato finale. Lo sloveno in conferenza stampa, riguardo quel gesto ha poi spiegato di aver seguito un istinto sbagliato.
«Ho attaccato ed è stato un istinto stupido – ha detto Pogacar -, ma volevo mettere alla prova le mie gambe per questa terza settimana. Remco ha sferrato un grande attacco nel finale, ho provato a mettermi tra lui e Vingegaard che però aveva un'ottima squadra pronta ad aiutarlo». Vingegaard avrebbe potuto attaccare perché era in superiorità, ma lo sloveno come ha già detto nel giorno di riposo, non ha paura di niente e nessuno e quindi sarebbe stato pronto a contrastare qualunque azione.
«È difficile indovinare cosa avrebbe potuto fare ieri Jonas. Hanno giocato abbastanza bene di squadra, avevano una buona situazione davanti con Benoot, Van Aert e Laporte che stavano aspettando Jonas. Mi aspettavo piuttosto un attacco da lontano da parte sua con tutti i compagni pronti ad aiutarlo per cercare di aprire grossi distacchi in seguito. Hanno fatto un buon lavoro. Anche Remco è stato bravo».
Tadej Pogacar sembra veramente un extraterrestre e in tanti si interrogano sulla preparazione fatta per arrivare così forte alla Grand Boucle.
«Quando guardi al passato, non è difficile vedere i passaggi in cui ho perso tempo, analizzarli e capirli. La Loze l'anno scorso, Ventoux nel 2021 quando Jonas mi ha superato. Quindi ho lavorato su salite più lunghe e con il caldo, forse era uno dei miei punti deboli, o forse una coincidenza ogni volta».
Tra le innovazioni usate dalla UAE Emirates, c’è quella del monossido di carbonio, una tecnica tutta nuova, ma che forse aiuta a raggiungere risultati più alti. Pogacar a questa domanda ha spiegato che non viene assolutamente inalato del monossido di carbonio, ma che attraverso un palloncino che viene gonfiato, si misura l’emoglobina.
«Questo è un test ad alto campo, per vedere come rispondi all'altitudine. Dura due o tre minuti, respiri per un minuto in un palloncino, poi senza palloncino e controlli la tua emoglobina. E devi rifare il test due settimane dopo. In ogni caso non è come respirare monossido di carbonio, è più un test per vedere come reagisci all'altitudine».