Remco Evenepoel è riuscito ad arrivare indenne al traguardo della dodicesima tappa e subito dopo la cerimonia di premiazione ha saputo della caduta di Roglic e del suo forte ritardo. Evenepoel e Roglic sono in lotta per il podio, ma adesso in classifica generale le cose sono decisamente cambiate. «Le mie sensazioni? Preferiresti non vedere cadere nessuno, soprattutto chi è in corsa per il podio. Spero che Primoz recuperi bene questo momento e che possa continuare la corsa».
Roglic ha tagliato il traguardo con importanti segni sulla spalla sinistra, la stessa che ha più volte colpito in altre cadute. Lo sloveno è arrivato a Villeneuve sur Lot con un ritardo di 2’27” e adesso in classifica generale è sceso al sesto posto con un gap di 4’42”.
«Non vorresti mai provare una cosa del genere e non vuoi che lo provi nemmeno il tuo diretto avversario. Ecco perché gli uomini di classifica combattono sempre per le prime posizioni nel gruppo. Perché se sei davanti hai meno possibilità di cadere».
La caduta nel gruppo si è verificata quando mancavano 12 chilometri alla fine, a causa di Alexey Lutsenko che è scivolato salendo su un cordolo che divideva in due la carreggiata. Roglic non è riuscito ad evitare i corridori caduti davanti a lui e, oltre alla spalla, ha preso anche un colpo di pedale sul casco da un altro corridore.
«Purtroppo in corsa qualcosa può sempre accadere. Per fortuna negli ultimi 30 chilometri ero davanti e la caduta c’è stata alle mie spalle».
A pochi chilometri dalla fine il gruppo era combatto e si è diretto ad alta velocità verso il traguardo mentre le squadre dei velocisti cercavano di trovare le posizioni migliori. Davanti c’erano anche la Visma – Lease a Bike di Vingegaard con van Aert che ha corso per la vittoria di tappa, con la UAE Emirates di Pogacar e la Soudal – Quick Step di Evenepoel, che hanno deciso di stare in testa nell’attesa di arrivare al momento in cui c’è la neutralizzazione del tempo.
«E' stato un finale abbastanza frenetico con molto movimento in gruppo. Ma è stata la scelta giusta quella di stare davanti. Purtroppo abbiamo dimostrato che stando davanti si corrono meno rischi, ma bisogna anche lottare per essere in quelle posizioni. Quindi possiamo dire che non c'è un vero giorno di riposo per gli uomini della classifica».
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