Ulteriore, ennesima, dimostrazione di superiorità finora assoluta (per essere leggeri) della maglia rosa Pogacar, anche al traguardo in salita di Prati di Tivo.
§ Ancora Abruzzo che tiene a battesimo la nona tappa di oggi della corsa rosa con la città di Avezzano che ritrova la corsa che ha ospitato varie volte nel passato, sia come partenza, sia come arrivo di tappa. L’ultima partenza fu nel 2003 e oggi è la quarta volta che una tappa parte da Avezzano. Siamo nella zona della Conca del Fucino, nella terra dell’antico popolo dei Marsi e l’intera zona è conosciuta anche come Marsica. Diversi sono i monumenti e le testimonianze della sua storia, risparmiate dal disastroso terremoto del 1915, con la parte nuova che presenta diverse attività manifatturiere. E la città ricorda Vito Taccone (1940-2007), con un monumento e la memoria portata avanti dal figlio Cristiano, operatore nel settore dell’abbigliamento sportivo con il figlio Ivan che si misura in gare ciclistiche.
§ L’elencazione, anche parziale, dei corridori abruzzesi risulterebbe lunghissima. Fra i tanti meritevoli ricordiamo il rosso crinito Vincenzo Meco, rivale storico – in corsa e fuori corsa - del quasi compaesano Taccone, Palmiro Masciarelli, dodici anni di professionismo con buoni successi, valoroso gregario soprattutto di Francesco Moser. Anche i figli di Palmiro, nell’ordine Simone, Andrea e Francesco, si sono cimentati nel professionismo e pure i figli dei figli corrono nelle categorie giovanili mentre Palmiro ha gestito poi anche formazioni professionistiche. Sempre legato allo “sceriffo Moser” è Stefano Giuliani, pescarese, vincitore di una tappa e tuttora sulla breccia. Altri abruzzesi vincitori di tappe rosa sono stati Danilo Di Luca, maglia rosa finale nell’edizione 2007, Matteo Rabottini, figlio di Luciano pure lui professionista di buona caratura. È da ricordare anche il marsicano Vittorio Marcelli, iridato dilettanti del 1968 e l’attuale alfiere del ciclismo abruzzese, Giulio Ciccone, fermato per questo Giro 2024 da motivi di salute.
§ Un affettuoso ricordo va a ad Alessandro Fantini, corridore di Fossacesia (Chieti) del 1932, con un palmarès di sostanza comprendente varie tappe al Giro e al Tour, morto per la caduta in una volta al Giro di Germania, a Treviri, nel 1961. Gli è stato dedicato il velodromo di Lanciano.
§ La Avezzano-Napoli disegnata per il Giro 2024 è una lunga linea diritta, prevalentemente su strade a scorrimento veloce, fino al mar Tirreno, nel golfo di Napoli, nella zona del Monte di Procida.
§ La parte iniziale tocca i territori di Capistrello, Civitella Roveto, Balsorano Nuovo e lasciare l’Abruzzo, che ritroverà presto in altre tappe dovute anche al dinamismo di Maurizio Formichetti, promoter della sua regione, entrando nel Lazio, provincia di Frosinone per interessare la zona di Sora. Qui si ricorda Franco Vona, professionista e buon scalatore con vittorie in tappe del Giro e del Tour negli anni dal1987 al 1996 e il giovane Antonio Tiberi della provincia di Frosinone, piazzato nelle prime posizioni della graduatoria di questo Giro. Sempre sulla strada a scorrimento veloce del fondovalle si toccano, fra altri, gli ambiti comunali di San Donato Valcomino, Belmonte Castello, Cassino e dopo un breve passaggio in provincia di Latina, entrare in Campania, provincia di Caserta per Cellole, Baia Domizia, Mondragone, Castelvolturno.
§ Si passa nella provincia di Napoli toccando Giugliano in Campania, zona del Lago Patria, Licola, Fusano e affrontare il rilievo di Monte di Procida. Da qui partì il Giro d’Italia 1977 con il prologo a cronometro vinto da Freddy Maertens, poi protagonista in molte tappe prima del ritiro causato da una caduta con il suo compagno Michel Pollentier vincitore finale.
§ Inizia da qui un tracciato ricco di varianti planimetriche lungo strade strette e altimetricamente discontinue anche se per brevi tratti. Si incontra Pozzuoli per giungere a Coroglio, quartiere già nell’ambito comunale di Napoli così come la notissima collina di Posillipo prima di raggiungere lo spettacolare lungomare dove si conclude la corsa. È il terzo arrivo di seguito nella grande città partenopea, straordinaria per diverse peculiarità, dopo un certo periodo di distacco. Gli arrivi di tappe del Giro qui assommano, con questo, all’importante numero di quarantacinque.
§ Molti i fatti e i personaggi che meriterebbero una citazione. Lasciamoli un attimo in sospeso, riservando per questo versante la giornata di riposo di lunedì, anticipando solo – doverosamente – il nome di Carmine “Elo” Castellano, classe 1937, di Sant’Agnello, nella penisola sorrentina – che dopo avere collaborato con Vincenzo Torriani per diversi anni ereditò il ruolo di direttore del Giro e delle altre gare rosa, esercitandolo con passione e competenza dal 1993 al 2004.
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