E’ una storia, certamente una bella, bellissima storia, a nostro modesto giudizio, quella che ha al centro il ritrovamento di una bicicletta “storica” – virgolette dovute e d’obbligo – da parte di un vincitore della Milano-Sanremo, anno 1980’, quando il velocissimo bresciano del lago d’Iseo, Pierino – all'anagrafe Piermattia – Gavazzi, in maglia Magniflex-Olmo, bruciò sul traguardo campioni e corridori del calibro, udite, udite, di Giuseppe Saronni, Jan Raas, Sean Kelly, Roger de Vlaeminck, Francesco Moser...
Un ordine d’arrivo che rappresenta la foto d’eccellenza di una carriera lunga, lunghissima, portata avanti da un corridore silenzioso, modesto, scrupoloso e di grande rispetto verso tutti ma con un palmarès di primissimo piano, probabilmente non inquadrato dai media nella dimensione che gli spetta per numero e qualità di successi.
A tale proposito abbiamo rilevato che, purtroppo, l’onniscente Wikipedia, alla voce Milano-Sanremo 1980, propone l’immagine di un’altra volata di gruppo con Roger de Vlaeminck, in maglia Gis Gelati, che leva le braccia in segno di vittoria. Talvolta Omero sonnecchia però e speriamo che i curatori dell’enciclopedica Wikipedia abbiano a rimediare ristabilendo la verità dei fatti.
Un ingrandimento fotografico è nel salotto di casa del figlio Mattia che racconta della splendida sua figlia, Aurora, di pochi mesi, che è particolarmente attratta dalla vista dell’ingrandimento fotografico della vittoriosa volata del nonno, probabilmente – specifica papà Mattia – in virtù della vivacità dei colori del soggetto rappresentato. Nonno Pierino gongola, comunque nel vedere lo spiccato, evidente interesse di Aurora, per l’istantanea rappresentativa della sua vita sportiva.
Arriviamo dunque al ritrovamento della bicicletta Olmo, realizzata dalla storica azienda di Celle Ligure fondata dal campione capostipite Giuseppe Olmo, con la quale Pierino Gavazzi trionfò a Sanremo con in ammiraglia il d.s. Franco Cribiori che l’aveva invitato e consigliato di seguire, nel finale, la ruota di Francesco Moser.
Qualche mese fa telefona a Mattia Gavazzi un suo ex collega corridore. Era Gilberto “Gibo” Simoni, il campione trentino di Palù di Giovo, provetto scalatore, vincitore di due Giri d’Italia e d’importanti tappe nei grandi giri, informandolo che un collezionista di cimeli ciclistici della Toscana, dove si trovava il trentino, disponeva della Olmo con la quale papà Pierino aveva trionfato nella città dei fiori.
Il collezionista toscano è Sanel Agic, originario di Sarajevo che, dall’età di nove anni vive a Prato, considerato oramai pratese a tutto tondo, dove si è appassionato al ciclismo ed è molto conosciuto nell’ambito delle due ruote proprio per la sua attività.
Mattia e Nicola, i due figli di Pierino Gavazzi, entrambi passati per il professionismo - Nicola buon regolarista, Mattia velocista con rush potente - non si lasciano sfuggire l’occasione e in un paio di mesi raggiungono l’accordo con Sanel Agic e fanno la bella sorpresa a papà Pierino che, ricordiamolo, ha passato anni assai difficili, affrontati però con determinazione e silenziosa grinta per una grave malattia e da una degenza lunga e dolorosa per un Covid debilitante, che gli hanno impedito di continuare le sue costanti, lunghissime, impegnative “passeggiate” le definiva lui, di molte ore, sui vari percorsi del lago d’Iseo ed, assai estesi dintorni, che sorprendevano anche i corridori in attività.
Il ritrovamento è stato pure il motivo perché aderisse al progetto dei figli di riportarlo, nel 2024, quarantaquattro anni dopo la sua vittoriosa volata in viale Roma del 1980, mai più frequentata da allora, con tutte le famiglie Gavazzi riunite, compresa la piccola Aurora di sei mesi, a Sanremo.
Già tutto prenotato con papà e da poco anche felicissimo e tenerissimo nonno Pierino che armeggia con la sua bicicletta per prepararla a qualche “uscita”, ad assai più corto raggio rispetto a quelle di qualche anno fa.
E crediamo, auspicandolo, che la “classicissima dei fiori” provveda alla consegna di un bel mazzo di fiori per Pierino Gavazzi a ricordo della sua impresa.