LE LEGGENDE DEL CICLISMO TIRANO LA VOLATA ALLA NUOVA POLTI KOMETA. E CONTADOR PROMETTE...

EVENTI | 11/01/2024 | 08:30
di Giulia De Maio

Un divertente ed emozionante giochino da fare nella sala conferenze dell'hotel Principe di Savoia di Milano, mentre il nostro direttore Pier Augusto Stagi si appresta a presentare una serata speciale targata Polti Kometa: quanti grandi giri, Mondiali e trofei ci sono qua dentro? Non solo esponenti del mitico team Polti, ma autentici miti del pedale come Miguel Indurain per i quali non basterebbe un pallottoliere e ore di calcoli.


Poi le luci si spengono, un video fa da trait d'union tra i successi del passato e l'attualità, quindi al microfono si susseguono e affastellano i ricordi. Parte patron Franco Polti, che ripercorre con vena poetica la sua magnifica avventura nel ciclismo: da sponsor di altre squadre, con gli Zandegù, gli Allocchio e i Fondriest, fino alla costituzione della propria struttura con Gianluigi Stanga. Il tono è quello di un uomo che non è rientrato nel ciclismo dopo 24 anni solo per fare la comparsa. Ma a poter dare un seguito a questa frase, ci penserà eventualmente la strada. Ci penserà la Polti Kometa, continuatrice dell'ancor giovane parabola della Fundacion Contador.


Sale poi sul palco Stanga: «Qualche giorno fa la signora Teresa Polti mi disse "Lei è stato un martire a tener duro sette anni con mio marito Franco (risata e applausi in sala, ndr). Dovevate vederlo 25-30 anni fa, non era mai contento delle vittorie ottenute perché era dispiaciuto per quelle mancate in altre corse. Dal 1994 al 2000 vincemmo 111 gare, tra cui un Fiandre, due Liegi, tre Lombardia, un'Amstel, una Milano-Sanremo, tappe in tutte e tre le più grandi corse a tappe e la classifica finale del Giro d'Italia». Questa fragorosa introduzione apre la scena a un sestetto d'eccellenza di campioni che hanno alzato le braccia al cielo in più occasioni in maglia Polti: Gianni Bugno, Mauro Gianetti, Giuseppe Guerini, Fabrizio Guidi, Ivan Gotti, Mirko Celestino.

Bugno ricorda il crepacuore nella volata del Fiandre 1994: «era una tipica giornata belga, ho fatto il pirla ad alzare le braccia in anticipo e per poco Museeuw non mi beffava. Per fortuna al photofinish sono stati bravi a darmi la vittoria...». Gianetti rimembra la Liegi del '95 nella quale battè, tra gli altri, un Bugno nel frattempo passato in MG Maglificio: «In Polti, oltre a cogliere i miei successi più importanti, ho imparato l'importanza del ruolo del manager e del main sponsor. Ragazzi (rivolgendosi a una delegazione della squadra odierna, ndr) ripagate la fiducia di Basso e Contador mettendoci impegno e passione».

Guerini rievoca commosso i due podi finali al Giro d'Italia con vittoria di tappa a Selva di Val Gardena, oltre all'Alpe d'Huez conquistata nel 1999 ormai in Telekom, e fa una battuta sull'eccesso di "buonismo" che forse permea a volte il ciclismo di oggi; il velocista Guidi passa in rassegna diverse personalità presenti: «Oggi ho la fortuna di lavorare nella squadra di Gianetti, la UAE Emirates, di aver corso con Basso e conosciuto Contador da direttore sportivo, e da corridore di aver trovato una dimensione ideale nel team Polti».

Gotti, definito da Stanga "fin troppo umile" nonostante due Giri vinti e il record tuttora imbattuto del Mortirolo (42'40'') fa notare un aspetto nel quale la Polti fu pioniera: «In quegli anni nacque un progetto giovani che, tra i tanti, vide crescere pure Savoldelli, e le grandi squadre hanno ripreso quest'idea solo in tempi recenti». Infine Celestino, attuale c.t. azzurro della mountain bike: «Da dilettante in Polti sono stato il primo vincitore dell'Europeo Under 23, mi ero trasferito a 16 anni dalla Liguria a Bergamo per inseguire un sogno e ci riuscii anche e soprattutto grazie ad Antonio Bevilacqua, oggi team manager della Colpack. E ho vinto proprio il Giro di Lombardia, mia seconda casa: quel giorno Stanga e Polti si aspettavano molto da me, mi aspettavano al varco dopo che avevo appena buttato via il Mondiale per una crisi di fame. Mi avevano detto "Se non porti a casa il Lombardia, a digiuno tutta la vita!"».

Non manca neppure il videomessaggio di Richard Virenque dalla Francia: «Vi auguro tanti successi e spero di venire a tifarvi di persona». Segue divertente aneddoto di Stanga sull'ingaggio di Virenque: una scommessa personale di Franco Polti dopo il coinvolgimento nell'affaire Festina. Storie di ciclismo, storie di sport. Come quella di Davide Rebellin, ricordato con grande partecipazione dai presenti: in maglia Polti vinse la sua unica tappa al Giro, indossando pure la maglia rosa.

Gran parata successivamente per un trio di super-avversari del team Polti e precedenti: Francesco Moser, Claudio Chiappucci e il già citato Indurain. Tra un'ironia su Miguelon "che recuperava tanto terreno grazie ai molti chilometri di crono" e una serissima considerazione sull'immutabile sorriso che il fuoriclasse spagnolo aveva perennemente stampato in volto pure sulle salite più dure, è lui stesso a ricambiare l'umorismo, con Bugno uno dei pochi a farlo soffrire veramente e Chiappucci che invece soffriva da solo... perché sempre davanti in fuga.

A loro tre si aggiungono infine Ivan Basso e Alberto Contador: quest'ultimo si rivolge quasi con deferenza a un Indurain che accese la passione degli allora giovanissimi fratelli Contador, Ivan tesse la trama che lo unisce ai personaggi presenti sul palco e chiama lì con sé per una foto conclusiva Francesca Polti e Giacomo Pedranzini, in una sorta di "secondo round" della conferenza stampa del mattino, con aggiunta di retroscena sul primo contatto Basso-Polti. Su LinkedIn, in risposta a un post di malinconiche memorie della figlia del mitico Franco, attuale CEO dell'azienda paterna, in occasione della partenza del Giro 2023.

Cala il sipario con l'apparizione di Maestri, Fetter, Piganzoli, Fabbro e i fratelli Bais in rappresentanza del roster del ProTeam, con la sfida lanciata da Contador ("Se vinciamo due tappe al Giro, questa volta pedalerò la tratta Madrid-Milano-Budapest!") e il saluto del c.t. Daniele Bennati che invita altre grande aziende a scommettere sul ciclismo come ha fatto di nuovo Polti.
Da oggi, giorno della partenza per il ritiro di Oliva, per il Team Polti Kometa 2.0 è tempo di allenarsi e correre. 

 

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COMMENTI
Mah...
11 gennaio 2024 09:37 frakie
Alla fine dell'articolo, giusto due paroline per i corridori del nuovo corso Team Polti. Magari due righe in più, giusto per rispetto ai nuovi portacolori. Certo, bello vedere insieme tutte quelle glorie, ma .....Auguri ragazzi. Buone corse.

@ frakie
11 gennaio 2024 10:40 Carbonio67
Ce ne fosse 1, dico 1 che chiede a Contador come intendono andare al Tour in futuro.

Molti piu soldi
11 gennaio 2024 13:49 lupin3
Per andare al Tour serve che il buon Polti e altri investano parecchio di piu. Coi corridori che hanno già fare il Giro, che danno evidentemente per sicuro, é molto

Squadra di bassa fascia
11 gennaio 2024 15:51 Arrivo1991
Con i corridori che hanno, sara' un miracolo gia' vincere 1 tappa.

@Arrivo
11 gennaio 2024 19:32 Frank46
Certo che sarà un miracolo già vincere una tappa. Ti risulta di vedere facilmente squadre di 2a fascia vincere tappe in un GT?

C'è troppa differenza economica, ti può capitare che hai la fortuna di avere un futuro campione che ti ottene ottimi risultati per 1/2 anni prima di andare in un top team ma ormai anche quello è quasi impossibile perché i top team fregano i migliori prospetti alle squadre di 2a fascia portandoli direttamente trai prof senza gareggiare negli under 23. Quindi alle professional non rimangono che gli scarti.

X frank
12 gennaio 2024 09:48 Arrivo1991
Si pedala in strada, non certo in conferenza. C'e' una piccola differenza

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