Il Team Polti Kometa entra a tutta velocità nel 2024. La formazione da quest’anno porta il nome di Polti, leader nelle applicazioni del vapore per stiro, la pulizia domestica e professionale, e Kometa, azienda agro-alimentare specializzata nella lavorazione e trasformazione di carni suine e avicole, partner della Fondazione Alberto Contador dal 2017.
Questo annuncio segna l’atteso ritorno di Polti nel mondo del ciclismo, sport in cui è stata protagonista indiscussa per 17 anni dal 1983 al 2000. Un accordo triennale che rafforza non solo gli obiettivi, ma che migliora anche la dinamica della squadra dal suo passaggio alla categoria ProTeam.
Un lavoro di semina e di crescita costante, quello della formazione guidata da Ivan Basso e Alberto Contador. «Buona parte dei nostri atleti - spiega infatti Fran Contador, general manager del team - ha attraversato un percorso di sviluppo iniziato nelle categorie minori della nostra squadra: il nostro lavoro, iniziato nel 2013, sta portando i frutti attesi e ora otto ragazzi cresciuti nelle nostre formazioni fanno parte della squadra professionistica».
Gli fa eco il fratello Alberto: «Trovare sponsor adeguati per una squadra professionistica non è semplice oggigiorno. Un tempo si potevano fare squadre partendo dalla passione come base, e c'erano squadre più "familiari". Adesso ci vogliono grandi aziende e si guardano parametri come il ritorno economico, d'immagine etc etc... Una rivoluzione che comunque ha portato più professionalità e sta riportando gradualmente la gente a riappassionarsi. Il ritorno di Polti è una bellissima notizia per il ciclismo e noi siamo sempre più motivati. Tra ProTeam, U23 e junior abbiamo una cinquantina di corridori, pronti ad affrontare da domani il nostro ritiro vicino a Valencia. Cercheremo di giocarci le nostre chance in ogni gara della stagione, questa è la sfida sportiva che ci aspetta».
Investire nei giovani è una priorità e l’ingresso di Polti ha dato nuovo vigore al team: «Il ciclismo è uno sport che si contraddistingue per la passione che anima non solo i corridori ma anche i tifosi - afferma Francesca Polti, CEO di Polti Spa -. Sono rimasta piacevolmente colpita dalle testimonianze di affetto che abbiamo ricevuto da tifosi di ogni angolo del mondo, che hanno nel cuore il nome Polti unitamente a questo spettacolare sport. Lavoriamo ininterrottamente a questo nuovo capitolo da sei mesi, e con questa scelta sportiva cambia la strategia aziendale del gruppo. Con le persone-chiave del mio team ci siamo chiesti "Perché non dovremmo farlo?" e non abbiamo trovato motivi contrari: nel ciclismo trovo i valori di rispetto, sostenibilità e innovazione. Ho visto il sacrificio dei ragazzi e quanto questo sport sia stato in grado di evolvere in appena vent'anni. Troviamo una coincidenza valoriale nell'investire nello sport: il vapore e la pulizia fanno stare bene, l'attività sportiva e il ciclismo fanno stare bene. Lo staff Polti Kometa valorizza l'individuo prendendosi cura dell'atleta dal punto di vista sia fisico che personale. Non si raggiungono obiettivi se non si lavora di squadra, e questo lo vedo in Polti e nella formazione ciclistica. Ultimo ma non meno importante, i Paesi dove correremo sono gli stessi dove come azienda siamo conosciuti e vogliamo crescere. Inoltre abbiamo aggiunto la sponsorizzazione di un altro nostro marchio, un brand giovane del nostro gruppo aziendale: Solo, il Caffè Monorigine. Noi come Polti abbiamo tanti brand, tanti brevetti e una veste grafica che negli anni si è rinnovata e modernizzata: associarci a una squadra ciclistica ci permette di comunicarlo al mondo in maniera efficace. Il 23 giugno 2023, appena ci siamo conosciuti, Ivan mi ha regalato il suo libro "In Salita Controvento" e mi ha scritto come dedica che la bici non è solo sport, ma un modo di vivere e affrontare la vita, con fatica ma anche soddisfazione. A questa citazione ne aggiungo una di mio padre, che durante le trattative ci ha detto: "Qualcuno vi ha già dato dei pazzi? Sì? Bene, allora siete sulla strada giusta!" e così siamo diventati l'unica multinazionale italiana che attualmente investe nel ciclismo. Il sogno è quello di cambiare da dentro il ciclismo italiano, e per quanto il basket insieme ad altri sport rimanga nel mio cuore siamo focalizzati interamente sul mondo delle due ruote. La mia aspettativa per questa stagione è quella di vedere una bella squadra: gioire per le vittorie che sarà possibile conquistare e rimanere nell'immaginario degli appassionati come un team che corre bene e che piace come collettivo».
Il Team Polti Kometa è composto da giovani talenti come Davide Bais, che ha già dimostrato il suo valore vincendo una tappa al Giro d’Italia 2023 e che si propone l’ambizioso obiettivo di cogliere opportunità significative nel 2024. Altra promessa è Davide Piganzoli, che vuole esprimere tutto il suo valore così come gli spagnoli Alex Martin e Fernando Tercero che, dopo i successi nelle categorie giovanili, sono pronti al salto di qualità. L’arrivo di Matteo Fabbro, infine, testimonia come atleti con esperienza nel WorldTour possano trovare ora una nuova dimensione e valorizzazione in una squadra professionale che mette in primo piano l’individuo.
Ne è convinto Ivan Basso: «La squadra di quest’anno è la più forte che abbiamo mai avuto, dal punto di vista dell’organico. Da sempre credo più nel gruppo che nell’individualità, abbiamo raggiunto un perfetto equilibrio tra corridori di categoria già nel team e giovani di talento. Spesso mi viene posta la domanda su chi sarà il nuovo campione, ma ritengo che sia la squadra a lasciare traccia nella storia, non il singolo. Matteo Fabbro? Nel World Tour non è riuscito a esprimere tutto il potenziale che mostrava nelle categorie giovanili, ci siamo scelti reciprocamente e siamo convinti che la nostra struttura gli consentirà di "mantenere le promesse". Perché abbiamo la capacità di cogliere il talento e la pazienza di aspettarlo: Fabbro qui troverà la ricollocazione che merita. Tornando però al discorso collettivo, uniamo la storia di due corridori come me e Alberto, di una Fondazione come quella dei fratelli Contador gestita da Fran e quella di uno sponsor come Polti che è una leggenda degli anni Novanta. E siamo l'unica squadra professionistica che si produce le proprie bici, le Aurum. Ovviamente non possiamo pretendere di essere subito al livello del Team Polti del passato, ma ciò che sono sicuro sapranno fare i ragazzi è di essere protagonisti in corsa: chiediamo loro di essere audaci e svelti a cogliere le opportunità che si presenteranno. E rispetto a quando siamo approdati nella categoria abbiamo più consapevolezza: se non possiamo vincere sempre, sempre dobbiamo convincere».
La squadra è capitanata dal 32enne Mirco Maestri che, oltre alle sue abilità da corridore, si distingue per la capacità di mantenere coeso il gruppo, valorizzando ciascun membro con l’esempio della sua determinazione quotidiana. L’obiettivo è partecipare a gare importanti, con l’esordio fissato tra pochi giorni in Spagna e il debutto italiano a Laigueglia il 28 febbraio, sicuri di possedere le qualità necessarie a partecipare agli eventi chiave nel calendario italiano da marzo in poi.
A concludere la presentazione all'hotel Principe di Savoia di Milano, l'intervento di Giacomo Pedranzini, patron di Kometa: «Siamo parte del team di Basso e Contador dal 2017, il ciclismo è eterna salita e noi siamo prima di tutto coltivatori di montagna: amiamo la fatica sana e affiancarci alla squadra è un altro modo per faticare in modo sano. Ivan e Alberto sono campioni di livello mondiale e sono i perfetti testimonial per il nostro messaggio di "cibo onesto" e di ripensamento della produzione agroalimentare: non grossi volumi a basso prezzo, ma qualità a prezzo accessibile. Teniamo molto a un "ciclismo sociale" che aiuti le persone e investa sui giovani, come fa la squadra coi tanti corridori emergenti e i progetti solidali come Bici para la Vida e la donazione di bici a chi non può permettersene una. Promuovere lo sport, essere attivi nel ciclismo, significa fare passi importanti verso la promozione di un modello di vita più salubre: l'Italia è al quartultimo posto in Europa per investimenti nello sport sul totale della spesa pubblica, 6 scuole su 10 non hanno un impianto sportivo, il 42% dei giovani italiani sono sovrappeso a causa della sedentarietà. Nel 1992 avevamo un reddito medio lordo di poco inferiore a quello degli Stati Uniti, oggi è la metà: all'epoca il ciclismo italiano dominava nel mondo, oggi fatica. Credo che non siano solo coincidenze, la vitalità sportiva di un Paese riflette la vitalità generale, e noi nel nostro piccolo teniamo alta questa bandiera! Come impresa oggi abbiamo una piccola filiera che dall'alpeggio ai 2500 metri si occupa della trasformazione dei prodotti fino alla distribuzione ai supermercati, porta il cibo della Valtellina e dei Carpazi sulle tavole della gente. Kometa è sul podio delle aziende di insaccati in Ungheria ed è presente in Italia, Slovenia, Croazia, Svezia, Germania, Belgio, Spagna... e vogliamo ancora crescere nel mercato europeo. Con la Polti Kometa vogliamo arrivare al cuore e alla mente del consumatore. Nel futuro ciclistico cosa vedo? Ricordo che quando parlai per la prima volta con Ivan e Alberto mi parlarono di far partire il Giro d'Italia dall'Ungheria e di costituire una Professional, e ce l'abbiamo fatta. Chissà oggi di non poter sognare, insieme a Polti, di vincere un Giro e tornare a correre il Tour de France. Certo che andrebbe posta una domanda collettiva: perché in Italia le grandi aziende ci sono, ma fanno fatica a investire nel nostro ciclismo?».