Giro d’Italia 1958. Martedì 3 giugno. Sedicesima tappa, la Verona-Levico Terme, di 200 chilometri. Tappa a Miguel Poblet, maglia rosa a Ercole Baldini. E qui comincia una storia che mi è stata raccontata da Giovanni Nencini ed è stata scritta da Elisabetta Nencini, figli di Gastone, pubblicata in “1919-2019 cento volte Coppi” di Roberto Fiorini e Claudio Pesci. Ma è una storia che merita di essere ripetuta. All’infinito.
“Nicco”, Paolo Niccoli, il massaggiatore della Chlorodont, precede i suoi corridori in albergo, organizza le camere e prepara il bagno al capitano della squadra, Gastone Nencini. Pare che in tutto l’albergo ci sia una sola camera con la vasca da bagno. Ed è ovviamente riservata a lui. Invece i gregari devono accontentarsi di una doccia. “Nicco”, un uomo sensibile e attento, per non destare gelosia e invidia nei confronti del capitano, sistema asciugamani e accappatoi dei gregari direttamente nelle docce comuni collocate in fondo al corridoio. Poi, finalmente, si dedica a Gastone: entra in camera, chiude la porta a chiave e prepara la vasca aggiungendo aceto e sale grosso da cucina all’acqua calda. Un vecchio metodo per facilitare il recupero muscolare. Poi si sarebbe impegnato nel massaggio. E Nencini, quinto all’arrivo, si spoglia, entra nella vasca e si mette nelle mani di “Nicco”.
Bagno e massaggio. Silenzio. Rito, riposo, resurrezione. Staccandosi da spazio e tempo, da salite e discese, da fatica e sudore. Ma qualcuno bussa alla porta. “Nicco” pensa che sia un gregario: “Le docce sono in fondo al corridoio – gli spiega, senza aprire - e gli asciugamani sulla sedia”. Ma dall’altra parte qualcuno risponde: “Sono Fausto”. “Nicco” guarda Gastone. Gastone fa un cenno a “Nicco”. E “Nicco” apre la porta. E’ Fausto Coppi. Indossa la divisa bianco-celeste della Bianchi, quella da gara, e chiede di poter fare il bagno nella vasca. “Nicco” guarda Gastone e Gastone annuisce. Coppi si spoglia ed entra anche lui nella vasca. Gastone da una parte, Fausto dall’altra. “Nicco” ricomincia a massaggiare i muscoli delle gambe di Nencini, poi, su un altro cenno di Nencini, si dedica a quelle di Coppi.
Pare che Coppi, nel tentativo di sottrarsi a giornalisti e fotografi, abbia cambiato – unico della Bianchi – l’albergo. Pare che, a un certo punto, Coppi e Nencini si addormentino nella vasca. Pare che Coppi e Nencini, dopo bagno e massaggio, si salutino semplicemente con un “ciao”, con un “a domani”, con un “auguri”. Pare certo che la mattina dopo “Nicco” sia avvicinato da Ettore Milano, angelo custode di Coppi, Milano gli dice “Fausto ti ringrazia” e gli allunga ventimila lire. Ed è così che “Nicco”, solo dopo aver ricevuto un cenno di consenso da Nencini, accetta il più alto compenso mai ricevuto per la sua opera.
Solo per la cronaca: il Giro è conquistato da Baldini, Nencini lo conclude al quinto posto, Coppi al trentaduesimo. E “Nicco”? “Nicco”, già dalla sera di Levico Terme, è fuorigiri e si sente in paradiso.