Ci ha lasciato Armando Pellegrini, poliedrico corridore bergamasco nato a Bedulita il 3 giugno 1933, scomparso ieri, 25 agosto, a Ponteranica, sempre in provincia di Bergamo.
Dopo una buona carriera, sia su strada, sia su pista, fra i dilettanti passò professionista nel 1957 vestendo la maglia della Faema guidata da Learco Guerra e dal furbo belga Guillaume Driessens per la forte componente fiamminga, mentre nel biennio 1959-60 indossò la maglia a righe orizzontali bianco-azzurre della Emi gareggiando con grandi corridori. Nel 1961 passa alla Vov e nel 1962 alla Molteni. L’anno seguente è alla I.B.A.C., azienda di confezioni e approdare quindi nella storica Salvarani nel 1964.
Nel 1965 firma per la Termozeta di Parabiago di patron Piero Belloni, formazione che raccoglie esponenti di primo piano della pista dove rimane anche nel 1966 mentre l’anno successivo è coinvolto nelle vicende tribolate della Salamini-Comet. Nel 1968 è alla Amaro 18 Isolabella e termina la sua lunga attività nella Costa Azzurra di Zingonia, squadra di casa.
Nel suo palmarès spiccano le vittorie in due tappe del Giro d’Italia, nel 1959 prevale in volata nella Abetone-Arezzo mentre nel 1962 si impose, in uno sprint ristretto, nella Lecco-Casale Monferrato, tappa priva di difficoltà ma corsa “a tutta” che consegnò a Franco Balmamion la sua prima maglia rosa che avrebbe poi portato fino a Milano e vincendo così il primo dei suoi due Giri d’Italia conquistati senza vincere tappe. Varie altre vittorie di tappe in diverse corse di buon rilievo costellano la sua lunga carriera su strada. In pista, da giovane, fu tricolore nell’inseguimento a squadre mentre nel mezzofondo conquistò due campionati italiani professionisti.
Terminata la carriera di pedalatore Armando Pellegrini ha avuto poi un buon successo in diverse attività imprenditoriali mantenendo i contatti d’amicizia con i suoi compagni di pedalate.
Alla famiglia Pellegrini l'abbraccio e le condoglianze della nostra redazione.
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