È la storia di una società, ma soprattutto è la storia di uomini: e una donna. E questa storia è raccontata da due firme come Paolo Marabini e Ildo Serantoni - in rigoroso ordine alfabetico: “120 ANNI di passione ciclistica, Bolis Edizioni, euro 16 - che sanno alla perfezione di quello che si parla.
È la storia dell’Uc Bergamasca 1902, 120 anni di storia appena festeggiati in questo fantastico anno che tra poche ore andrà a concludersi, anche se la storia di questa società proseguirà con nuovi capitoli e nuovi obiettivi tutti da scrivere.
È una bella storia, raccontata con lievità e sintesi, con affreschi precisi e puntuali di uomini e donne che si sono adoperati per questa maglia. È la storia di un club raccontata attraverso gli uomini e le donne che in questi centoventi anni hanno costruito la leggenda di una delle società più apprezzate a livello giovanile. E allora eccoci a Enrico Capitanio, il pioniere, che fa conoscere la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta, e che cinque anni più tardi, nel 1907, si schiererà al via del Giro di Lombardia. E poi a Pì, quel Giuseppe Medolago che fa incetta di vittorie. Così come Antonio Pesenti, zognese cresciuto nell’Uc Bergamasca, che correrà il Giro del 1932 con il compito preciso di aiutare Alfredo Binda. E poi il milanese Luigi Tramontini, bergamasco d’adozione, ma anche i “gemelli diversi” Giovanni Vitali e Francesco Bucci, prima di due “gemelli” molto uguali. La storia dell’Uc Bergamasca non può prescindere da due giganti di iniziative e passioni come Fedele Bettoni, 57 anni in giallorosso di cui 42 da presidente e il suo braccio destro e forse anche qualcosa di più Nerio Marabini (papà di Paolo, ndr), sessantun anni in giallorosso, prima da promettente corridore ciclistica, poi da sapiente dirigente sportivo ed è grazie a Marabini che lo stesso Gianluigi Stanga diventerà quello che è diventato in ammiraglia: lo vede tecnico e non sbaglia.
Ed è chiaro che in questa storia di uomini un capitolo prezioso ce l’ha anche l’attuale presidente dell’Uc Bergamasca, che da abile corridore ha saputo poi trasformarsi in apprezzatissimo dirigente sportivo. Gianluigi Stanga lo conoscono tutti, per quello che ha fatto in campo professionistico, con Gianni Bugno e non solo, ma qui c’è la sua storia di un corridore promettente e di tecnico in erba.
E poi c’è la storia di Giorgio Casati e Antonio Bevilacqua, del purosangue ribelle Stefano Tomasini, ma soprattutto c’è lei, la Signora del Ciclismo, Rosella Di Leo, la “Ross”, il primo giudice di gara donna della provincia di Bergamo e la prima a fare qualunque cosa pur di farla per bene e per il bene di una società e di uno sport che lei ha sempre adorato. E poi c’è Gianluca Valoti, buon corridore professionista che nel giro di ventiquattro ore passa dall’essere corridore a direttore sportivo della Bergamasca. A intravvedere in lui la stoffa del tecnico è Antonio Bevilacqua, uomo poco appariscente ma capace di far correre la palla.
Questo libro, che vi consiglio fortemente, è la storia di ragazzi cresciuti con la maglia giallorossa, come Marco Pinotti, professionista di talento e oggi apprezzatissimo responsabile delle performance in seno alla Yajco AlUla di Brent Copeland. E poi Matteo Carrara, Alessandro Vanotti e Fausto Masnada, storia di uomini che hanno contribuito a scrivere una storia messa in fila abilmente da Ildo e Paolo – rigorosamente in ordine d’esperienza -, senza celebrar messe, senza turibolare, ma semplicemente lasciandosi andare ad un raccolto che si fa storia. Proprio una bella storia.
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