
Il Giro di Sicilia (primo Carlo Galetti, secondo Luigi Ganna) nacque due anni prima del Giro d’Italia (primo Ganna, secondo Galetti). Era il sogno di Vincenzio Florio, industriale vinicolo e armatore con la passione per le corse. Nel 1906 la Targa Florio, auto, nel 1907 il Giro di Sicilia – appunto -, ciclismo. La prima corsa a tappe italiana.
Il richiamo di quella terra e di quel mare, di quel cielo e di quella strada, e di quella gente, ha ispirato Giovanni Guarneri nel tracciare e scrivere “Il periplo della Sicilia in bicicletta” (Terre di mezzo, 192 pagine, 19 euro), 21 tappe (ma si possono anche frazionare o accorpare o anche separare in quattro diverse soluzioni), la versione completa va da Palermo a Palermo in senso antiorario, in tutto 1204,8 km, da un minimo di 24,8 (il penultimo giorno, da Castel di Tusa a Cefalù) a un massimo di 74,7 (l’ultimo giorno, da Cefalù a Palermo), con tappe anche a Terrasini, Castellamare del Golfo, Trapani, Mazara del Vallo, Marinella di Selinunte, Sciacca, Agrigento, Licata, Gela, Marina di Ragusa, Pozzallo, Marzamemi, Siracusa, Catania, Taormina, Messina, Milazzo e Capo d’Orlando, prevista a stragrande maggioranza di strade asfaltate, equamente divisa fra strade principali e secondarie.
Mappe e altimetrie, cifre e informazioni, indirizzi e telefoni: la base. Poi indicazioni, descrizioni e spiegazioni, consigli, raccomandazioni e suggerimenti, poi storie, curiosità e regole, poi fotografie. Poi non rimane che saltare sui pedali, sedersi sulla sella e spingere sui pedali. Ed è lì che comincia l’avventura. Guarneri sostiene che il periplo si può affrontare sempre, ma non in luglio e agosto, troppo caldi, che non è importante scegliere la bici giusta ma la giusta combinazione dei componenti a seconda del viaggio pianificato (e, si potrebbe aggiungere, a seconda delle proprie abitudini), che l’acquisto di un navigatore Gps satellitare non è da scartare, che si può anche pensare di usare la tenda perché i campeggi ci sono e sono quasi sempre aperti, e che comunque è sempre bene pianificare le soste, le riserve di acqua e di cibo.
Risultato: un viaggio indimenticabile. Come indimenticabile fu quell’antico Giro di Sicilia del 1907. Diciotto corridori al pronti-via, di cui 10 siciliani, otto tappe in 12 giorni, in tutto circa 1300 km, classifica a punti e non a tempi, “un’avventura di picari”, come ricordava Eberardo Pavesi che lo corse, tra “gli studenti che sapevano andare in bicicletta (due o tre) e le ragazze che Ganna provocava schioccando le labbra”.
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