L'intervista realizzata dal nostro direttore al presidente della Federazione Ciclistica Italiana Cordiano Dagnoni ha inevitabilmente provocato diverse reazioni. Una di queste è quella pubblicata da Davide Cassani sulla sua pagina Facebook, un intervento carico di emozione che merita di essere proposto alla vostra attenzione.
Domanda di Pier Augusto Stagi al presidente Cordiano Dagnoni: Qual è il suo stato d’animo in questo momento? «Di grande sconforto, perché io ormai dedico tutta la mia vita a questa mission. Vede che mi sta venendo la pelle d’oca, perché le assicuro che io ci metto il cuore e la passione. In queste ultime settimane ho ricevuto messaggi di solidarietà da parte di tutti, soprattutto dei tecnici. Tutti mi sono vicini e i risultati lo dimostrano e le giuro che questa cosa mi fa davvero male (e mentre lo dice la voce si rompe per l’emozione, ndr). Sto mettendo passione e impegno, tutto quello che ho racimolato nella mia vita professionale e non trovo giusto che sia giudicato per delle cose inesistenti, solo perché c’è un disegno dietro che vuole screditare il nostro lavoro: questa cosa mi addolora oltremodo».
Oggi, leggendo l’intervista che Pier Augusto Stagi ti ha fatto, sono tornato indietro a 12 mesi fa. È stato un flash, un susseguirsi di immagini, ricordi, sentimenti, emozioni che, ancora oggi, mi rigettano in una tristezza infinita. Tu, presidente, dici:”ormai dedico tutta la vita a questa mission” poi ancora:” ci metto il cuore e la passione”.
Sono stato 8 anni in federazione, ho dato tutto me stesso per cercare di fare qualcosa di utile. Non ho mai e ripeto MAI pensato al mio lavoro come fonte di guadagno ma, come dici tu, Cordiano, ad una MISSION. Non è il momento di elencare nel dettaglio quel poco di buono che ho fatto per la federazione senza parlare dei 4 Europei e dei due mondiali a crono vinti.
Sono stato massacrato per il semplice fatto che apparivo in televisione con Enervit e Suzuki. Ma erano sponsor della nazionale e perché mai avrei dovuto dire di no alla richiesta di due nostri sponsor? Facevo qualcosa di male? Ho sempre cercato di fare l’interesse della federazione come penso abbia fatto tu. Nonostante tutto questo sono stato cacciato da te. Non mi riferisco al mancato rinnovo ma al modo in cui è avvenuto. Mi hai tolto la gioia più grande che un CT possa avere: condividere la vittoria dei propri ragazzi. Sapevi benissimo che il quartetto di Marco Villa avrebbe lottato per l’Oro e per questo mi hai fatto telefonate da Roberto Amadio due giorni prima della mia partenza per Tokyo. Ancora oggi quelle parole mi rimbombano in testa: ”Davide, non puoi stare a Tokyo per le gare in pista perché non c’è un pass per te”. Quel giorno se tu mi avessi colpito con un pugno in faccia mi avresti fatto molto meno male. Ma forse ora puoi capire cosa ho provato in quei giorni. Tu dici che ci metti cuore e passione e ti viene la pelle d’oca solo a pensarci. Prova a pensare cosa ho provato in quei giorni di agosto dello scorso anno. Come te, ho messo cuore e passione ma non è bastato.
Da quando è scoppiato questo caso non ho aperto bocca, ho rifiutato interviste ma leggendo le tue parole non ho resistito.