Annemiek Van Vleuten ritorna al Giro d’Italia donne, due anni dopo l’ultima volta e subito fa spettacolo imponendosi con forza in una tappa che si è rivelata un autentico spettacolo. Sulla carta doveva essere la frazione del ritorno nel continente, una giornata difficile d interpretare e che per molti si sarebbe conclusa con uno sprint a gruppo ristretto. Invece sul gpm del Borbotto la fuoriclasse olandese non ha perso tempo e con un attacco fenomenale ha letteralmente disintegrato il gruppo. Le uniche a tenerle testa sono state Marta Cavalli e Mavi Garcia mentre lei azzannava la strada come un’autentica dominatrice, poi c’è stata la spagnola, un’avversaria che si è rivelata più insidiosa del previsto e che è stata battuta solo negli ultimi metri. Anniemiek ha già vinto due giri (nel 2018 e nel 2019) e alla vigilia era in cima alla lista delle favorite, ora effettivamente solo dopo una tappa dura eccola svettare con il simbolo del primato creando un solco già enorme con la quarta della generale.
«Devo dire la verità: non mi aspettavo proprio una tappa del genere - dice Annemiek Van Vleuten a tuttobiciweb - quando hanno presentato il Giro d’Italia non era tra le tappe in cui puntavo a fare bene, ma solo a correre senza troppi rischi. Ieri però durante il giorno di riposo ho fatto una ricognizione della tappa ed ho visto i punti critici soprattutto le discese, ho capito che ci sarebbe stata selezione. Come diceva un grande calciatore olandese che giocava nel Barcellona “la miglior difesa è l’attacco” ed è proprio quello che ho fatto io. L’idea era fare selezione, ma non certo così tanta, credevo che saremmo arrivate una decina e invece è rimasta poi solo Mavi. In quel momento mi è sembrato di rivivere le strade bianche di qualche anno fa, sempre noi due rimaste a contenderci un traguardo prestigioso. Sono felicissima, ho vinto e ho pure la rosa, correre in Italia è bellissimo».
Ormai sono anni che Annemiek Van Vleuten è ai vertici del ciclismo mondiale, proprio qualche giorno fa un’altra “veterana” delle due ruote ci aveva spiegato come non si possa dare nulla per scontato, ma è sempre necessaria tanta disciplina. «L’anno scorso mi è dispiaciuto non essere al via, ma ero in altura per preparare le olimpiadi ed inserire tutto quanto sarebbe stato difficile. Sono contenta di essere tornata, correre in Italia è sempre speciale, ma con la rosa c’è sempre qualcosa in più. Prima di partire ero a Livigno dove ho fatto diverse settimane di altura e sono volata direttamente in Sardegna. Dopo la corsa rosa ritornerò lì subito in vista del Tour, mi staccherò completamente da tutto per ricaricare le energie, sinceramente non sono preoccupata, ma piuttosto fiduciosa di come sarà la mia preparazione. Livigno è il mio luogo del cuore e sono dell’idea che sia molto importante la preparazione fisica, ma soprattutto quella mentale » spiega la portacolori del Team Movistar che è alla prima vittoria al giro con la squadra spagnola e che dopo la corsa rosa andrà alla Grand Boucle provando a fare doppietta.
Il Giro è già chiuso ad una questione a tre? A questo punto la domanda è più che lecita tenendo i distacchi alla mano e se è successo questo su delle salite di terza categoria chissà cosa potrebbe succedere nelle ultime tappe in trentino. Annemiek Van Vleuten si gode la sua maglia rosa, ma una cosa la specifica bene: occorre pensare solo giorno con giorno. In effetti l’olandese sas bene cosa significa perdere tutto quando praticamente si ha il giro in tasca, due anni fa a Maddaloni in un’incredibile caduta si era vista sfuggire il suo sogno in rosa a due giorni dalla fine. «Il Giro non è assolutamente finito, anzi è appena iniziato - dice proprio Annemiek Van Vleuten - sono molto felice per la maglia, ma preferisco godermela per bene senza farmi illusioni inutili, la strada verso Padova è ancora lunga e le insidie più grandi non sono nemmeno iniziate. Prendiamo per esempio domani, sulla carta è una tappa piatta, ma non voglio assolutamente affrontarla troppo tranquilla, molto probabilmente si arriverà in volata, ma i pericoli sono dietro l’angolo» e visto da quanto ci racconta Annemiek mi sa proprio che dalla tappa di Bergamo inizieremo a vedere ancora più fuochi d’artificio».
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