Premesso che ogni giorno è "buono" per apprendere di una nuova defezione anticipata causa-covid (ieri i forfait di Matteo Trentin e Samuele Battistella) al momento i corridori italiani che domani prenderanno il via dalla Danimarca per l'edizione numero 109 del Tour de France sono 14. Nessuno di loro ha mai vinto una tappa alla Grande Boucle.
Delle 22 squadre partecipanti, sono esattamente la metà quelle che pongono ai nastri di partenza almeno un nostro connazionale. Dato curioso: entrambe le Professional francesi in gara ne schierano uno. Quella italiana è la nazionalità più rappresentata dopo i 32 francesi e i 18 belgi.
ASTANA
Fabio Felline - Quarta partecipazione al Tour della sua vita, quattordicesima a un grande giro, seconda volta che ne corre due in un anno (nel 2014 fece Giro e Vuelta). Uomo dalla massima affidabilità, personificazione di quell'ottimo gregariato che oggi è cifra sintetica del ciclismo italiano.
Gianni Moscon - Torna a pedalare in Francia con un numero sulla schiena dopo quella Parigi-Roubaix che fu tanto dolce per Colbrelli quanto amara per lui. Il passaggio in Astana da anni di Sky-Ineos vuol essere il trampolino del rilancio: quale vetrina migliore?
Simone Velasco - Al servizio di capitan Lutsenko c'è anche lui, al debutto assoluto in un grande giro. Con la Francia ha un discreto rapporto: l'anno scorso è arrivato secondo al Jura dopo aver vinto una tappa al Tour du Limousin. Con quale maglia? Quella della Gazprom RusVelo. Quanti sospiri di sollievo avrà tirato in questi primi sei mesi in Astana.
QUICK STEP
Mattia Cattaneo - Miglior italiano in classifica generale lo scorso anno (12° a 24'58'' da Pogacar) è l'uomo classifica di uno squadrone da vittorie di tappe. A cronometro a livello nazionale è secondo quasi solo a Ganna, con gli altri specialisti se la gioca.
Andrea Bagioli - Il più "pischello" dei nostri connazionali a questo Tour, ma solo per anagrafe: fa parte del Wolfpack da due stagioni abbondanti e chi lo allena assicura che in lui alberga "mentalità vincente". Al di qua delle Alpi osserviamo fiduciosi.
INEOS
Filippo Ganna - L'uomo più atteso nelle due cronometro in programma (l'inaugurazione di domani a Copenhagen e la penultima tappa di sabato 23, quasi 41 km da Lacapelle-Marival a Rocamadour) nonché vagone più veloce del TGV del tridente Geraint Thomas-Adam Yates-Dani Martinez. Dopo aver ottimamente figurato al Giro, è ora di tentare l'avventura Tour.
BAHRAIN VICTORIOUS
Damiano Caruso - Alla sua ultima partecipazione, nel 2020, fu il miglior italiano in classifica generale (10° a 14'03'' da Pogacar) un piazzamento che innescò la miccia della sua seconda giovinezza. Uno stato di grazia dopo i 30 anni che lo ha portato, tra ottimo Giro e Sicilia trionfale, a presentarsi a questo Tour da capitano.
ALPECIN
Kristian Sbaragli - La martellante ripetizione su Eurosport dello spot in cui lui, con irresistibile accento empolese, dichiara di utilizzare lo shampoo alla caffeina che dà nome alla sua squadra "perché ci tiene ai suoi capelli", rischia di imprimere negli appassionati questa immagine e sbiadire quella fondamentale: il solido atleta che lui è. Unica vittoria in carriera, una tappa in volata alla Vuelta 2015 in maglia Qhubeka (mica poco) qui al Tour è uno degli scudieri di Van der Poel.
DSM
Alberto Dainese - Un mese e mezzo fa, con quella rimonta sprint sul rettifilo di Reggio Emilia, ha spezzato l'incantesimo delle vittorie italiane al Giro d'Italia 2022. La sua partecipazione anche al Tour potrebbe essere dovuta alla rottura del team olandese con Kragh Andersen: ciò non toglie che, se a essere stato scelto al posto del danese è stato proprio lui, vuol dire che in ogni caso tale fiducia se l'è tutta guadagnata.
EF
Alberto Bettiol - L'anno scorso la gran bella vittoria di Stradella al Giro e quel crampo maledetto che gli ha impedito di giocarsi la medaglia a Tokyo. In questa stagione sta facendo soprattutto da apripista per gli spunti dei compagni, ma quando ha provato a mettersi in proprio è andato vicino al bersaglio. La sua squadra ha disperato bisogno di risultati per non rimanere invischiata nella "lotta salvezza" (si perdoni il sentore calcistico, ma ricordiamo che a fine 2022 si faranno i conti di promosse e retrocesse in base al ranking del triennio) e un uomo da saliscendi come lui è un profilo ideale per la causa.
INTERMARCHÉ WANTY GOBERT
Andrea Pasqualon - Mentre i riflettori erano puntati sull'ultima settimana del Giro, lui scaldava motori e classifica conquistando il Circuit de Wallonie. Qui al Tour sarà l'ultimo uomo in volata di Kristoff.
TREK SEGAFREDO
Giulio Ciccone - Sempre con quell'aura di eterno atteso dai tifosi italiani, il miglior modo di tutelarlo è non attribuirgli responsabilità che rischiano di essere troppo grandi e lanciarlo all'attacco di un successo di tappa senza il peso di una classifica difficile da sostenere. Al Giro la missione è riuscita a Cogne. Al Tour è uno dei tanti franchi tiratori che proveranno a portare punti in cascina.
TOTALENERGIES
Daniel Oss - Il veterano dell'italica truppa. Dove c'è Peter Sagan, da qualche annata c'è quasi sempre lui, fedelissimo. E questa occasione non fa eccezione.
B&B HOTELS
Luca Mozzato - Una delle più belle sorprese per i nostri colori, meritata a suon di generosità nella campagna del nord. Non ha mai ancora corso in una formazione World Tour e questo sarà il primo grande giro della sua giovane carriera.
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