L’11 marzo scorso è tornata su Netflix la quarta stagione di “Drive to Survive”, la docu-serie che racconta il dietro le quinte del paddock F1. La quarta stagione, sempre prodotta da Box-To-Box Films, racconterà i retroscena del campionato del mondo 2021, deciso all’ultimo giro dell’ultimo GP dopo una battaglia senza esclusione di colpi tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. Sarà articolata ancora una volta in dieci episodi, ognuno relativo al racconto degli obiettivi e dell’andamento di uno specifico team, o alla narrazione di una particolare battaglia o rivalità all’interno del circus. Assente giustificato il campione del mondo Verstappen, che si è rifiutato di partecipare, ritenendo la narrazione troppo romanzata rispetto al reale andamento sportivo del campionato.
Non è la prima volta che un protagonista si nega alle telecamere di Netflix: nella prima stagione relativa al Mondiale 2018, erano state le due contendenti al titolo, Ferrari e Mercedes, a non prendere parte a questo docu-film.
Ora si stanno scaldando i motori anche per il ciclismo, in modo particolare occhi puntati – come sempre – sul Tour de France. Netflix avrebbe stretto un accordo da oltre un milione di euro con la Grande Boucle, e per questo progetto sono state scelte otto squadre: Uae Emirates (che ha già declinato l’invito e potrebbe rientrare la Trek Segafredo), Jumbo-Visma, EF Education-EasyPost, Quick-Step Alpha Vinyl, Groupama-FDJ, Ineos Grenadiers, Ag2r Citroën, Alpecin-Fenix e Movistar. Netflix avrebbe messo sul piatto per i soli team un gettone di 50 mila euro, ma ad una condizione: che i loro operatori possano riprendere tutto, in qualsiasi momento e senza alcuna limitazione. Alcuni team e, soprattutto, diversi corridori, considerano questo progetto troppo invasivo.
La UAE Emirates di Tadej Pogačar ha spiegato a tuttobiciweb perché ha declinato l’invito di far parte del docu-film del Tour de France in onda su Netflix. «Il progetto è chiaramente molto interessante e al passo con i tempi – ha spiegato Andrea Agostini, chief operating officier del team emiratino -, ma esistono chiari problemi logisti. Avere una troupe al seguito già dalla Tirreno e per tutta la durata del Tour non è una cosa semplice. Poi, toccando ferro, durante la Grande Boucle noi pensiamo di poter avere visibilità con Tadej a prescindere. Avere un cameraman intorno a te per tutto il Tour, quando al nostro interno abbiamo già un nostro operatore, un nostro fotografo e un addetto ai media, non è cosa semplice. Chiaro che la nostra decisione è stata condivisa con la proprietà, ma se Netflix ci lascia una porta aperta, allora non è detto che si possa aderire a questo progetto in futuro. Per il momento non è una nostra priorità». E ancora: «La stessa decisione che presero inizialmente anche Mercedes e Ferrari per “Drive to Survive”. In questo momento il nostro team ha un ottimo equilibrio, a volte introdurre qualcosa di nuovo potrebbe essere destabilizzante, per non dire pericoloso. Jumbo-Visma, EF Education-EasyPost, Quick-Step Alpha Vinyl, Groupama-FDJ, Ineos Grenadiers, Ag2r Citroën, Alpecin-Fenix e Movistar sono tutti marchi commerciali, che cercano giustamente visibilità e immagine, non dimentichiamoci però che il nostro team è di proprietà statale».
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