La mente può essere la tua migliore alleata ma anche la tua più insidiosa avversaria. Il padre del Coaching, Timothy Gallwey, sintetizzò questa realtà, che hai certamente sperimentato, in una formula tanto semplice quanto illuminante: P = p - i. Ora te ne svelo il significato: Performance uguale Potenziale meno Interferenze.
È su questa equazione che entra in gioco il ruolo del Mental Coach. Un ruolo duplice: da un lato si tratta di liberare e sviluppare le tue potenzialità, dall’altro di ridurre il più possibile le interferenze.
Si dice, semplificando un po’, che il Mental Coach lavora sulla testa dell’atleta. In realtà l’orizzonte è più ampio e riguarda quella che amo definire “consapevolezza psicofisica”. Mente e corpo interagiscono: la dimensione mentale e quella fisica influiscono l’una sull’altra in maniera costante e reciproca.
Ti domanderai: in che modo, nella pratica, è possibile migliorare le performance, determinare una mentalità vincente e raggiungere un livello superiore? Una risposta completa ed articolata occuperebbe pagine e pagine, poiché esiste un’ampia varietà di campi d’intervento.
Qui per ragioni di spazio ne cito solo alcuni. Ad esempio, in ogni percorso di Mental Coaching s’interviene sul dialogo interiore, quel chiacchiericcio fra te e te che spesso condiziona le tue prestazioni. L’atleta viene portato a gestire gli istinti e le emozioni tenendo a bada ansia e stress. Si punta poi ad ottimizzare le dinamiche relazionali, la capacità di concentrazione e di raggiungere e mantenere il cosiddetto “stato di flusso”.
Può essere utile dotare il corridore di una sorta di “interruttore” che attivi il motore energetico proprio al momento giusto della gara, evitando così una controproducente dispersione di risorse. E, se l’atleta ha particolari responsabilità all’interno del team, guidarlo alla scoperta dello stile di leadership più adeguato ed efficace.
IL CORRIDORE E LA PERSONA COINCIDONO
Ecco un risvolto che spesso viene taciuto ma che è davvero centrale: l’atleta e la persona coincidono, sempre. Ecco perché è fondamentale favorire una condizione di massimo equilibrio tra la dimensione sportiva e quella personale. Come dico spesso, ogni relazione di Sport Coaching include anche una parte di “Life Coaching”. Un percorso che s’inoltra in quelle dinamiche personali che, una volta risolte, portano a migliorare sensibilmente le prestazioni sportive e, più in generale, la qualità della vita della persona-atleta.
UN AFFASCINANTE PERCORSO DI CRESCITA E SVILUPPO
È il bello dell’”allenamento della testa”: ciascuna relazione di Coaching è unica e irripetibile, proprio come ogni essere umano. Si tratta, infatti, di aderire completamente alle specificità della persona-atleta, accompagnandola nel soddisfacimento dei propri bisogni e nello sviluppo delle proprie potenzialità. Per raggiungere, e persino superare, gli obiettivi desiderati.
Un viaggio affascinante e potente destinato a migliorare profondamente la carriera (e la vita) dell’atleta.