14 febbraio 2020: Danilo Celano del team malese Sapura indossa definitivamente la maglia gialla di vincitore del Tour de Langkawi, la più importante corsa ciclistica della Malesia
18 aprile 2021: dopo quattordici mesi in cui, causa pandemia, a quel Langkawi hanno fatto seguito solo partecipazioni a Tour of Antalya e campionati italiani di Cittadella, Celano chiude al 70esimo posto della classifica generale (e al secondo nella classifica dei GPM) il Giro di Turchia
La gara turca è l'unica disputata da Danilo la scorsa stagione. Da lì, quasi un anno intero senza correre: il circuito asiatico è rimasto fermo e la sua squadra non poteva permettersi di sostenere continue trasferte intercontinentali con annesse quarantene. In pratica, tre corse in due anni. L'astinenza però sta per finire: il calendario orientale si è rimesso in moto e l'ormai 32enne "lucano d'Abruzzo", che vanta nel palmarès il Giro dell'Appennino 2017 (vinto in maglia Amore&Vita) e il succitato Langkawi, ha rinnovato il contratto con la Sapura ed è pronto a rimettersi in pista. Pardon, in strada.
«Non è stato facile continuare ad allenarmi senza correre quasi mai - confessa ai nostri microfoni il diretto interessato - davvero non mi aspettavo di avere questa gran testa per mantenere la concentrazione e l'impegno, anche perché devi allenarti ancora di più per compensare i chilometri che altrimenti faresti in gara. Sarà che ben 13 controlli anti-doping fuori competizione solo nel 2021, oltre il triplo di alcuni colleghi del World Tour, mi hanno aiutato a stare sul pezzo e sentirmi in piena attività... Battute a parte, tutti gli altri corridori più blasonati della Sapura hanno nel frattempo fatto scelte diverse per tornare a correre prima (noi vi abbiamo raccontato poche settimane fa di Pierpaolo Ficara, "gemello" ciclistico di Danilo, che si è dato alla mountain bike; ndr) e io sono l'unico straniero rimasto in squadra. Questo perché, nonostante il lungo periodo di fermo e il fatto che la squadra ancora aspetti ad andare fuori dalla Malesia finché ci sono forti restrizioni, non mi andava proprio di mettermi a cercare altro. Ho parlato con qualcuno lo scorso autunno, pure con Savio, ma le Professional italiane preferiscono prendere due-tre giovani anziché un trentenne e le nostre Continental hanno un budget che non può competere con quello dei malesi...»
Eh sì, banalmente la Sapura paga di più. «Prima che scoppiasse il coronavirus si parlava persino di una partnership con la Mitchelton - rivela Celano - dopo è sfumata ma in tutto questo periodo di inattività sono riusciti a pagare regolarmente gli stipendi, mica poco. Rimanendo sempre umili, peraltro: il team manager Sayuti Zahit chiede consiglio a noi stranieri su tante scelte, da quali gare fare a se portarci dietro il cuoco a una corsa. Per carità, chiaro che una squadra italiana offre un calendario differente, più allettante magari, e un atleta di 23-24-25 anni la preferirebbe guardando strettamente alla carriera, ci sta. Ma io ho un'età in cui sto mettendo su famiglia e inizio a valutare altri fattori: convivo nelle Marche con Ilaria e abbiamo da poco avuto la notizia che lei è incinta!»
Lanciando i migliori auguri a Danilo e fidanzata, allora, concludiamo la chiacchierata con il breve bilancio che ci stila lo scalatore della Sapura: «Il mio in Italia l'ho fatto: sono diventato professionista, ho vestito la maglia della Nazionale e ho portato a casa risultati. L'unico "pallino" che mi è rimasto non realizzato è il Giro d'Italia: per quello forse ha pesato la scelta di andare in Spagna (Caja Rural, ndr) tra il 2017 e il 2018. Ma vabeh, ormai sono soddisfatto così e fra poco torniamo a correre anche noi: se il covid non ci mette lo zampino ad aprile sarò in Thailandia, la voglia è tanta! Difendere il titolo al Langkawi? Volentieri. Stanno continuando a rinviarlo, ad oggi si svolgerà in estate.»