Ve ne avevamo dato conto qualche giorno fa, in seguito alla notizia apparsa sulla “Gazzetta dello Sport”, il giornale di riferimento, nonché organizzatore della nostra adorata “corsa rosa”: sia Colbrelli che Caruso non faranno parte della partita. Chi sognava e sperava di vedere Damiano Caruso leader della Bahrain Victorius dopo il favoloso secondo posto di un anno fa alle spalle del colombiano Egan Bernal, bene, ne è rimasto deluso. Tutti al Tour! Questa è la parola d’ordine.
Che Pippo Ganna pensi ad arricchire la propria collezione di maglie ci sta eccome. Che il campione d’Italia e d’Europa nonché trionfatore della Roubaix Sonny Colbrelli ci può stare, ma ci sarebbe in ogni caso da discutere. Che Damiano Caruso, per una vita spalla e uomo di fiducia dei più grandi campioni dell’ultimo decennio chieda per una volta libertà d’azione e, invece, viene stoppato, ci lascia di molto perplessi. E dello stesso avviso è Mauro Vegni, direttore del Giro d’Italia, che oggi a Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera è più che chiaro: «Non trovo nessuna logica nell’assenza di Caruso — spiega Mauro Vegni a Bonarrigo — che mi sembra soprattutto uno sgarbo nei confronti di un ragazzo che da noi ha trovato una dimensione da leader che quest’anno potrebbe giocare fin da subito». E aggiunge: «Capisco meno quella della Bahrain per Colbrelli: specie se non punti alla vittoria finale, Giro e Tour possono convivere».
Il Corriere fa sapere che al Giro, quest’anno, tornerà quasi certamente l’olandese Tom Dumoulin che troverà sulla propria strada l’eterno Vincenzo Nibali. Il terzo ex vincitore di Giro alla partenza potrebbe essere uno a scelta tra Richard Carapaz e Tao Geoghegan Hart: «E io resto dell’idea — conclude Vegni — che un fuoriclasse come Pogacar potrebbe mostrare maggiormente il suo talento vincendo Giro e Tour nello stesso anno che collezionando successi in Francia». Ma di questa ultima affermazione ci sarebbe di che discutere...