È una squadra kazaka, in cui la lingua ufficiale è l'italiano. Stiamo parlando della Astana Qazaqstan Team che ieri e oggi si è riunita a Montecatini Terme in vista del 2022. Alexander Vinokourov l'ha creata, fatta crescere e dopo un anno di transizione ne è tornato saldamente al timone. Al suo fianco i compagni e connazionali di sempre, a partire da Dmitriy Fofonov e Alexander Shefer, ma soprattutto una sempre più nutrita pattuglia italiana guidata da Giuseppe Martinelli. Oltre ai numerosi corridori italiani confermati (Samuele Battistella, Davide Martinelli, Manuele Boaro, Fabio Felline) e acquistati per le prossime stagioni (Antonio e Vincenzo Nibali, Gianni Moscon, Simone Velasco, Michele Gazzoli, Valerio Conti e Leonardo Basso), battono bandiera tricolore i ds Bruno Cenghialta, Orlando Maini, Mario Manzoni, Stefano Zanini, i preparatori Maurizio Mazzoleni, Claudio Cucinotta e Giacomo Notari, la segretaria Francesca Martinelli, il medico Emilio Magni, la dietista Erica Lombardi, il mental coach Marino Rosti, i massaggiatori Filippo Ballerini, Leonardo Morelli, Michele Pallini, Oscar Saturni e Umberto Inselvini, i meccanici Morris Possoni, Alessandro Stocco, Gabriele Tosello e lo chef Daniele Zanieri.
«Gli italiani iniziano ad essere troppi» scherza il general manager. «Battute a parte, in effetti ormai il 50% del team è della vostra nazionalità. Kazaki e Italiani hanno una mentalità simile, c'è un buon feeling tra noi, ci capiamo e lavoriamo bene insieme. Per la nostra 17a stagione nel World Tour sono fiducioso, sono contento del roster che siamo riusciti ad allestire. Con qualche vittoria in più nei prossimi anni potremo aumentare il budget e fare le cose ancora più in grande, come piace a noi. Il governo e la federazione kazaka ci supportano appieno, il progetto è a lungo termine. Fino a Parigi 2024? Beh, sì visto che puntiamo minimo a compiere 20 anni e a lanciare altri atleti kazaki che possano seguire le orme di Alexey Lutsenko».
Tra un meeting con gli sponsor e un altro con gli atleti, Vino non si ferma un attimo: «Sicuramente era meno faticoso fare il corridore, dovevi pensare solo a pedalare, mentre nella mia veste ho decisamente più reponsabilità. Con una struttura forte e affiatata però è tutto più semplice. In questi anni abbiamo raggiunto tanti traguardi, il sogno è di tornare a vincere un grande giro visto che ci manca dalla maglia rosa di Nibali 2016. Confrontarsi con colossi come Jumbo e UAE non è facile, al momento nelle tre settimane non vedo chi possa battere Tadej Pogacar ma investendo sui giovani ci proveremo. Il ciclismo è rinato, ci sono tanti ragazzi fortissimi» continua il campione olimpico di Londra 2012.
E cosa potrà fare il “vecchio” Nibali contro i ventenni rampanti che stanno dominando in ambito internazionale? «Vincenzo ha vinto tutto e ha ancora voglia di correre ai massimi livelli. Non mi aspetto rivinca un grande giro ma sono sicuro che 2-3 tappe tra Giro e Tour può portarle a casa. È tornato in un ambiente familiare e, oltre che a bene figurare in prima persona, ci aiuterà a far crescere le nuove leve con la sua esperienza. Nella precedente squadra Moscon ha lavorato tanto ma ha già fatto intravedere il suo potenziale, ha le capacità per centrare risultati in prima persona, da noi ne avrà lo spazio. Ho fiducia anche in Velasco, non a caso abbiamo firmato con lui un contratto di due anni. Non abbiamo fatto l'errore commesso con Matteo Sobrero. Mi è dispiaciuto molto perdere sia lui che Alex Aranburu, così come Luis Leon Sanchez che a differenza di questi due giovani ha trascorso tanto tempo con noi. È un super gregario che mancherà a Miguel Angel Lopez, un altro di famiglia che nel 2022 riabbracciamo con piacere».