Se la (seconda, consecutiva) maglia iridata di Ganna nella specialità principessa del cronometro è stupenda, che dico stupenda, facciamo stupendissima, c'è qualcosa che forse riesce ad essere ancora più bella: improvvisamente, davanti allo spettacolo artistico di questa statua armonica e impeccabile, possiamo finirla con il piagnisteo autodistruttivo sul ciclismo italiano allo sfascio.
La situazione, davanti a questo Ganna, appare decisamente un po' diversa. Dobbiamo farcene volentieri una ragione. Non è più così vero che ormai siamo il terzo mondo, che non becchiamo più palla, che siamo ridotti come la Francia di vent'anni fa. Si cambia disco. Come minimo, dobbiamo abbracciare un'altra verità: in questo mondo moderno che spinge sempre di più alla superspecializzazione, che allarga sempre di più lo spettro delle nazioni potenti e dei ciclisti di alta gamma, l'Italia fatica moltissimo nei grandi Giri (altro che), fatica molto nelle gare in linea (non poco), ma è ai vertici nelle cronometro. È poco? È tanto? Io direi che è qualcosa più di qualcosa, perchè parliamo di una specialità raffinata e sincera, che davvero premia l'atleta più forte, lui solo, senza tattiche, senza giochini, senza alleanze, eccetera eccetera. Certo è meglio vincere un Tour, ma vincere un Mondiale, anzi due, a cronometro non è proprio niente male. È nobile e aristocratico. È roba seria.
Dunque, facciamo un bustino in portineria al nostro granatiere, sventoliamo la bandiera iridata, finiamola con la depressione nazionale. Non ce la passiamo benissimo, non siamo la Slovenia, ma non siamo neppure così smandrappati. Punto. Piuttosto, nel salutare il signore di tutte le lancette, mi viene spontanea una domandina facile facile: come la mettono, adesso, quelli che vogliono impiccare Cassani al primo lampione perché non porta risultati? Nel giro di pochi giorni, un Europeo con Colbrelli e un Mondiale a cronometro con Ganna. Come gestione fallimentare mi sembra proprio strana.
Almeno, i giustizialisti si prendano la briga di essere meno ipocriti e di dirla piatta: Cassani non lo fanno fuori per mancanza di risultati, ma perchè è Cassani. Comunque si mettano tranquilli: anche se non lo ammettono, l'abbiamo capito tutti quanti da soli.