BELGIO. «CI SONO LE CLASSICHE, VOGLIO FARE IL VOLONTARIO»

PROFESSIONISTI | 27/03/2021 | 10:00
di Francesca Monzone

Il Belgio, patria del ciclismo, ha dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini, costringendo il pubblico a stare a casa e a far rispettare regole molto rigide, che proprio in questa settimana, a causa dell’aumento dei casi positivi al Covid-19, hanno costretto il Governo a rafforzare le misure di sicurezza.


Così ancora una volta negozi tutti chiusi e a fermarsi sono anche tante attività legate alla cura della persona. Le corse sono autentici deserti e i barili di birra posti lungo le strade sono stati sostituiti da postazioni dove è possibile effettuare tamponi PCR e salivari. 


È un Belgio triste quello che si appresta ad ospitare domani la Gent-Wevelgem, una delle corse più amate in particolare tra i fiamminghi, che non potranno sventolare le bandiere con il leone rampante su sfondo giallo. Ma se le regole sono più rigide a causa del Corononavirus, con il divieto di assistere alle corse, allora fiamminghi e valloni hanno trovato l’unico accordo possibile per sopravvivere a questi divieti, quello che neanche lo Stato è mai riuscito a trovare.

In meno di un mese i volontari che hanno sempre aiutato alle corse, sono quadruplicati. A raccontarlo è proprio la responsabile dei volontari, che ogni anno era costretta a lanciare appelli radiofonici, invitando la gente a dare il proprio sostegno, per garantire la sicurezza in corsa. Adesso sono centinaia le persone che chiedono di poter offrire il sostegno alle gare e tra le tante domande che fanno ci sono quelle tipiche dei tifosi: "Vedremo passare i corridori da vicino? Potremo scattare foto?".

Oggi le cose sono cambiate e la Gent-Welgem ne è la dimostrazione. Tutto cambia e anche i giornalisti presenti dovranno adeguarsi a nuovi spazi, sicuramente  insoliti, ma non meno efficienti. La solita sala stampa si trovava prima nella Porseleinhallen, ma ora è diventato il nuovo centro vaccinale, dove la gente si reca per ricevere i famosi vaccini anti-covid.

Così l’organizzazione, così come spiega Griet Langedock numero uno della corsa, si è adeguata chiedendo il supporto anche alla parrocchia di Sant'Ilario, un simbolo per la cittadina fiamminga, che ha acconsentito ad ospitare i media nella propria chiesa. Per contrastare la voglia del pubblico di scendere in strada, i collegamenti televisivi inizieranno alle 9:30 del mattino. Non ci sarà solo la cronaca della corsa, ma anche racconti delle edizioni precedenti e tantissime interviste, nelle quali il punto di vista degli esperti si alternerà a quello del pubblico ascoltato in questi giorni. Così anche la gente comune avrà un ruolo importante e, per qualche minuto, potrà far finta di essere un preparatore o un direttore sportivo, esprimendo il proprio punto di vista tecnico e facendo un pronostico.

Mancherà il pubblico, ma saranno tante le persone, chiamate lungo le strade a garantire l’ordine pubblico. Ci saranno molti più segnalatori della corsa, steward e personale che dovrà gentilmente invitare la gente a non avvicinarsi alla strada. Se fino allo scorso anno, 400 persone potevano andare nella zona di partenza ed arrivo, quest’anno nessuno dovrà intervenire e anche i famosi villaggi VIP sono scomparsi.

In questi giorni la Francia sta pensando concretamente di spostare ad ottobre la Parigi-Roubaix a causa dell’emergenza Covid-19, ma i belgi sono intenzionati a non perdere nessuna corsa. Per tanto tutti a casa, nessuno sulle strade, ma tanti volontari, che offrendo il loro aiuto, potranno assistere dal vivo al passaggio della corsa.

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