In questo periodo di grandi incertezze e di profondi mutamenti, anche il ciclismo non è da meno. Tutto cambia, rapidamente, e anche il nostro corridore più rappresentativo, l'uomo immagine del cicismo italiano Vincenzo Nibali, pedala e muta pelle, ma già qualcosa ha cambiato, come la figura di riferimento per le sue tabelle di allenamento da anni affidate a Paolo Slongo. Come scrive oggi Ciro Scognamiglio sulla Gazzetta dello Sport, lo squalo sogna un «finale di carriera di Alberto Contador. Una ultima grande vittoria: alla Vuelta 2017, penultima tappa, in cima all’Angliru. E poi l’addio immediato (l’ultima tappa fu una passerella)».
Lo Squalo che sta correndo la Tirreno-Adriatico, e oggi affronterà un test probante sull’arrivo in salita a Prati di Tivo, Vincenzo sta ragionando su una prospettiva di futuro. «Se gli riuscisse un colpaccio del genere - l’oro olimpico di Tokyo è l’esempio più calzante, scrive Scognamiglio – allora Nibali deciderebbe di lasciare il ciclismo così. A braccia alzate».
Eppure al fuoriclasse siciliano non mancano le richieste e i suoi manager (Johnny e Alex Carera, ndr), non hanno fretta di accelerare i tempi: raccolgono proposte e valutano con assoluta calma ogni possibilità per il 36enne siciliano che in carriera vanta 4 Grandi Giri (più altri 7 podi) e 2 monumenti vinti (Lombardia due volte e Sanremo, ndr). «C’è la volontà di fare meglio del 2020, una stagione che non era cominciata male (4° alla Parigi-Nizza) prima che il lockdown gli risultasse indigesto come a diversi altri corridori ‘esperti», scrive la Gazzetta -: il 7° posto al Giro non aveva rispecchiato le attese».
Nibali, però, qualcosa ha già cambiato: «Negli ultimi mesi si è allontanato dallo storico preparatore Paolo Slongo, con il quale c’è stata una felice collaborazione professionale in piedi più o meno dal 2008. Il coach trevigiano finora aveva conservato la supervisione degli allenamenti dello Squalo, che però si è preparato in modo maggiormente autonomo rispetto al passato. “Non si è trattato di stravolgimenti – spiega Nibali – quanto della volontà che ho sentito di cambiare qualcosa nel solco di un canovaccio che nelle linee guida non è mutato chissà quanto”. “Della decisione di Vincenzo ho preso atto”, è il commento di Slongo, tecnico molto stimato in Italia e non solo: tra gli uomini che ora sta seguendo più da vicino c’è Brambilla, a segno due volte in Francia a metà gennaio, mentre ha tratto giovamento dal ritorno con lui la campionessa italiana Elisa Longo Borghini. A tale ragione la supervisione della preparazione di Nibali è passata al basco Josu Larrazabal: parla benissimo l’italiano, segue già Ciccone ed è il performance manager della squadra.
Per il futuro l’opzioni somo diverse: restare alla Trek-Segafredo (il caffè italiano sta trattando il rinnovo con il marchio di bici americano) o guaradarsi attorno. Scognamiglio parla anche di un concreto interessamento da parte della Uae-Emirates di Mauro Gianetti.